La Coca-Cola? Un ottimo contraccettivo. Attenzione ai baci: potrebbero causare una gravidanza. Sono questi alcuni dei falsi miti che un’italiana su tre prende per veri.
L’indagine condotta da Gfk Healtcare su 9 mila donne di 17 Paesi di cui quai 500 italiane, dice che otto under 30 su dieci del nostro paese credono che sia impossibile rimanere incinta alla prima esperienza sessuale, una su dieci che basti un bacio e il 7 per cento addirittura che la Coca Cola abbia proprietà spermicide usata come lavanda vaginale.
Dai dati, presentati al tredicesimo Congresso europeo di Contraccezione in corso a Lisbona, emerge che esiste davvero tanta disinformazione sui rapporti sessuali e sui metodi contraccettivi e che le bufale prendo il sopravvento anche nell’era dell’informazione a portata di click.
Nel dettaglio dei dati raccolti, il 31 per cento delle intervistate ritiene che il coito interrotto è un efficace sistema contraccettivo, soltanto il 16 per cento di queste si sente informato sui metodi contraccettivi disponibili e una su cinque non ha mai parlato con il proprio medico di contraccezione, con la conseguenza che nel Paese il tasso di aborti rimane molto alto, soprattutto tra le adolescenti.
”Manca l’informazione, sia dal punto di vista medico che sociale – spiega il presidente della Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia), Paolo Scollo – per questo stiamo elaborando un progetto da presentare al ministro Giannini per far entrare il tema stabilmente nel curriculum scolastico già alle medie, formando anche gli insegnanti”.
In Italia le partecipanti sono state 456 di cui 151 avevano già avuto un figlio. L’indagine in Italia ha evidenziato che il 19% ha affrontato una gravidanza indesiderata. In un caso su tre la donna stava utilizzando un metodo contraccettivo. Solo il 16% ha affermato di sentirsi bene informata su tutti i metodi contraccettivi disponibili.
Al di là della pillola e del preservativo le intervistate hanno dimostrato lacune nella conoscenza di tutte le opzioni contraccettive, soprattutto sui sistemi intrauterini a rilascio ormonale (Ius) o i sistemi intrauterini al rame (Iud). Addirittura il 41% delle donne italiane non sapeva che lo Ius per essere efficace dev’essere inserito nell’utero.