Sono passati due anni da quel terremoto che sconvolse la vita di tanti paesi dell’Emilia Romagna e nel giorno del doloroso ricordo è scoppiata una grossa polemica che scuote la piccola comunità di Mirandola, in provincia di Modena.
“Se Mirandola è stata colpita dal sisma un motivo c’è“: questa è una delle tante frasi choc che da ieri circolano su Facebook. Commenti al veleno di simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, reduce da una batosta elettorale a Mirandola: il nuovo sindaco, infatti, è il candidato del Pd mentre il M5S è arrivato soltanto terzo.
La polemica nasce dal fatto che il Movimento 5 Stelle, per venire incontro alla popolazione di Mirandola, lo scorso anno donò 425 mila euro ai terremotati. Forse qualcuno si sarebbe aspettato ben altra risposta dalle urne.
La prima a scrivere dell’argomento è stata una attivista del M5S calabrese: “Domenica si è votato anche a Mirandola, in provincia di Modena. Uno dei paesi più colpiti dal sisma in Emilia-Romagna e dove il Movimento 5 Stelle ha donato 425 mila euro, risparmiati dalla campagna elettorale, per consentire la ricostruzione di una palestra distrutta dal terremoto. Per carità, non volevamo nulla in cambio, ma i cittadini di Mirandola un esame di coscienza dovrebbero farselo”.
>LE FRASI CHOC SUGLI ABITANTI DI MIRANDOLA
I commenti sotto il post della grillina di certo non sono dei più leggeri: “Meritano di rimanere per molto tempo con le macerie”, “Ognuno ha quel che si merita dalla natura”, “Fossi di Mirandola avrei vergogna, potevano essere riconoscenti almeno con il voto…”. Le acque si sono surriscaldate ancor di più quando la giovane parlamentare modenese del Pd, Giuditta Pini, è venuta a conoscenza della vicenda.
“Continuano e i commenti sotto sono peggio del peggio”, ha scritto sulla sua pagina Facebook la giovane democratica “Attendo fiduciosa che gli esponenti del Movimento 5 Stelle di Modena, della provincia, i candidati sindaco e i parlamentari prendano le distanze e chiedano ai loro militanti di darsi una calmata”. E anche i commentatori della Pini ci sono andati giù in modo pesante: “Complimenti, non sapevo che il M5S credesse nel voto di scambio”, “Quindi le imprese che prendono i soldi che loro versano nel fondo di garanzia devono far votare i propri dipendenti per il M5S ?”
Il primo a prendere le distanze dalla furia dei pentastellati sul web è il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea De Franceschi, momentaneamente sospeso per una vicenda relativa a rimborsi pubblici: “Non c’è nessuna voce ufficiale del M5S che possa dire una cosa del genere, ci dissociamo in maniera categorica”. Anche Nunzio Tinchelli, il candidato grillino perdente a Mirandola, ha subito chiarito di non conoscere chi ha insultato gli abitanti del paese.
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