Superate le Europee e le amministrative, Matteo Renzi e i suoi ministri sono tornati a lavorare, forti anche del consenso e della legittimazione ricevuti dalle urne, al pacchetto di riforme in programma, tra cui anche la Riforma del Titolo V della Costituzione, che nei prossimi giorni sarà in discussione al Senato, nella Commissione Affari Costituzionali.
Il disegno di legge presentato dall’esecutivo ridisegna in maniera sostanziale le autonomie regionali, tra cui anche quelle a Statuto speciale, come la Sicilia. E gli autonomisti siciliani hanno lanciato l’allarme.
Le associazioni “Per la Sicilia”, “Sicilia OpenGov” e “Sicilia Nazione” hanno scritto una lettera-appello ai senatori eletti in Sicilia affinché “assumano una chiara presa di posizione per il rilancio dell’Autonomia regionale siciliana”.
Nella lettera-appello, alla quale sono stati allegati gli emendamenti (il termine per la presentazione scade domani, n.d.r.) che rafforzano l’autonomia speciale – il ruolo pattizio degli Statuti, la perequazione fiscale ed infrastrutturale ed introducono la fiscalità di vantaggio – i presidenti Gaetano Armao e Rino Piscitello, a nome delle associazioni promotrici dell’iniziativa, chiedono “ai parlamentari l’assunzione di una precisa responsabilità, invitando a far prevalere sulla fedeltà e le convenienze di partito la lealtà verso i cittadini siciliani, presentando e votando emendamenti al testo di riforma costituzionale che rafforzino e rilancino l’Autonomia della Sicilia”.
Le associazioni siciliane hanno scritto e inviato ai senatori eletti in Sicilia alcuni emendamenti che permetterebbero di tutelare la specialità dello Statuto regionale. “Le riforme si devono fare presto e bene, ma va impedito lo smantellamento della specialità – scrivono – con una forte mobilitazione che coinvolga i siciliani e le forze politiche disponibili e che rilanci l’autonomia differenziata”.
Leggi qui la lettera e gli emendamenti delle associazioni siciliane