Finite le settimane dei comizi, dei bagni di folla in piazza. Passato lo tsunami elettorale, nel Movimento 5 Stelle si apre il momento della riflessione. Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio si sono visti già nella giornata di lunedì per cercare di fare il punto della situazione. Poco o nulla è trapelato, a parte il video con il quale Grillo ha commentato ironicamente la sconfitta. Una cosa è certa: il Movimento cerca una nuova strategia.
Quella utilizzata fino a questo momento ha pagato fino a un certo punto. Adesso rischia di trasformarsi in un boomerang. La rabbia è servita per mettere in evidenza i problemi e per scuotere gli italiani. Adesso bisogna rassicurare. È questo, in sintesi, ciò che vuole Casaleggio. “Bisogna sorridere di più, dobbiamo abbassare i toni”, ha detto lo stratega pentastellato. All’interno dell’M5S ci si è resi conto che la percezione, a volte, è più forte dei contenuti. O che questi possono passare in secondo piano a seconda di come vengono diffusi.
La riunione nella sede della Casaleggio e Associati è durata otto ore. Un’analisi lunga e profonda di ciò che non è andato per il verso giusto. Eppure i risultati confermano il Movimento Cinque Stelle come secondo partito dietro il Pd. Si tratta pur sempre di un partito che ha preso poco più del 21%, in leggera flessione rispetto alle precedenti elezioni, ma capace comunque di conquistare 17 seggi in Europa.
Non una vera e propria sconfitta, quindi. Magari un leggero ridimensionamento rispetto al precedente 25-26% e al paventato 30-35%. Dai parlamentari pentastellati arriva un altro interrogativo: sarebbe servita una maggiore presenza anche dei candidati? È giusto lasciare sempre la quasi totalità degli spazi a Beppe Grillo? La risposta è sintetizzata nel commento di chi, come Elena Fattori, tutto può essere definita tranne che una dissidente: “Dobbiamo fare in modo che emerga maggiormente la figura dei parlamentari. in fondo noi siamo la spinta del Movimento. non si può andare avanti sempre e solo con gli slogan”.
Parole confermate anche da Manlio Di Stefano che ha ribadito: “I toni di noi parlamentari sono più moderati rispetto a quelli che di solito tiene Beppe. Forse avremmo dovuto trovare una via di mezzo”. Si prepara quindi la strada al pensionamento di Beppe Grillo? Non proprio. Magari si proverà a ridimensionare l’irruenza del leader. Che aveva preannunciato un suo ritiro in caso di sconfitta che naturalmente non arriverà. In fondo da questa tornata elettorale potrebbe nascere un Movimento 5 Stelle più forte, capace di limare certi eccessi.