Nessuno osa parlare di guerra ma nella regione ucraina di Donetsk i morti soltanto oggi sono “almeno 100”. L’annuncio è dell’autoproclamata Repubblica popolare, guidata da Denis Pushilin: le vittime sarebbero “per metà civili”. La lotta è scoppiata per il controllo dell’aeroporto. Secondi il ministro dell’Interno ucraino Kiev avrebbe preso il controllo della struttura ma intanto continuano a sentirsi spari ed esposioni.
Secondo i ribelli solo nella notte sono morti 35 miliziani. Le autorità di Kiev dal canto loro avevano stimato “decine di morti” tra le fila dei ribelli. La situazione è sempre più tesa: ci sarebbero stati attacchi a colpi di lanciarazzi contro due camion che trasportavano feriti. Alcune granate invece avrebbero colpito un palazzo nella città di Slaviansk.
Intanto si sono persi i contatti con i membri della delegazione Osce. Per la missione speciale di monitoraggio ci sono a Donetsk un esponente della Turchia, uno della Svizzera, uno dell’Estonia e una della Danimarca. Il vice premier ucraino ha però detto che l’operazione militare contro i separati dell’est continuerà “finchè sul territorio ucraino non rimarrà neanche un singolo terrorista”. Parole durissime che fanno temere per un periodo di terrore.
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