Il Pd festeggia lo storico trionfo | Renzi twitta e pensa alle nuove strategie

di Redazione

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Il Pd festeggia lo storico trionfo | Renzi twitta e pensa alle nuove strategie

| lunedì 26 Maggio 2014 - 02:04

Il Pd ha vinto. Ha vinto con un margine che nemmeno i più ottimisti si sarebbero aspettati, nonostante le dichiarazioni della vigilia. “Un risultato storico. Commosso e determinato adesso al lavoro per un’Italia che cambi l’Europa. Grazie”, ha scritto il premier e segretario nazionale del Partito democratico Matteo Renzi, che dopo una campagna elettorale giocata in prima persona, non ha partecipato alla festa nella sede al Nazareno.

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E mentre si festeggia, e si aspettano i risultati definitivi, si pensa già alla strategia futura: riforma elettorale a razzo ed elezioni anticipate a ottobre. Se il risultato delle elezioni europee fosse confermato con queste cifre – quando le proiezioni coprono appena il 30% di tutte le sezioni scrutinate mentre i dati ufficiali del Viminale sono ancora indietro ma comunque in linea – la strategia del premier, a questo punto più che legittimato, potrebbe essere questa. Le parole ‘democristiane’ della Serracchiani e le dichiarazioni di chi l’ha seguita, dal collega vicesegretario Lorenzo Guerini alla ministra della Difesa, Roberta Pinotti, che ha parlato di un ‘premio’ al governo da parte dell’elettorato, sono smentite dagli altri risultati attribuiti ai partiti della coalizione. A fronte del 40 e passa per cento guadagnato dal Pd del segretario-premier Renzi, gli altri partiti di governo, Ncd e Scelta europea registrano un vero e proprio flop.

Il partito del ministro degli Interni, Angelino Alfano, oscilla, di proiezione in proiezione, fra un 3,9 e un 4 secco per cento col rischio – improbabile tuttavia – di restare fuori dagli scranni del Parlamento europeo. Scelta europa della segretaria-ministro, Stefania Giannini, invece, non riesce ad agguantare nemmeno l’1% dei risultati nonostante l’azione di governo alla Pubblica istruzione.

Troppo poco per garantire un’alleanza di ferro a Renzi che ormai praticamente si basta da sé in Parlamento. O meglio, il premier non ha alcuna intenzione di rompere gli equilibri di governo almeno fino a quando le riforme elettorali non saranno definitivamente legge dello Stato e forse, visto anche il risultato deludente di Forza Italia con un risicato 16% dei risultati, potrebbe decidere di fare buon viso a cattivo gioco calendarizzando prima ancora di ufficializzarle le elezioni politiche.

D’altronde più ancora che la sconfitta dei ‘partitini’ della sua stessa coalizione, Renzi oggi può esultare per la sconfitta di Beppe Grillo che nonostante i sondaggi favorevolissimi ha registrato di fatto un arretramento sia delle posizioni che delle aspettative.

E subito Renzi si presenterà a Strasburgo, a risultati caldi delle urne,  puntando le sue carte sul tavolo: ovvero unico partito, fra quelli del Pse, ad aver incassato il successo e quindi almeno la presidenza del gruppo Pse al Parlamento di Strasburgo.

Un successo più che personale quello di Renzi che è riuscito persino nell’impresa impossibile: trainare il Pd anche nelle regioni dove i Democratici, per le spaccature interne, sembravano destinati a invertire la tendenza europea. E invece Renzi è riuscito a ‘tirare’ anche nella circoscrizione Isole portando il Pd sopra il 35%. Il distacco con il Movimento 5 Stelle resta di 10 punti ma a favore del Pd quando invece prima del voto si pensava che, soprattutto in Sicilia, il range si sarebbe registrato a  favore dei grillini.

Insomma una vittoria su tutta la linea che certamente il cinico e calcolatore Matteo Renzi non intende disperdere e, con la riforma elettorale votata, potrebbe portare a frutto con una elezione anticipata cancellando la stagione delle larghe intese. E mettendo in piedi un monocolore blindato che ricorda i tempi d’oro della Dc.

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