Urne chiuse in due Paesi chiave dell’Unione europea: Francia e Germania. Secondo i primi exit poll, il Front National di Marine Le Pen è in testa con il 25%, l’UMP è al 20,3%, il Partito socialista al 14,7%. Euroscettici dunque che trionfano Oltralpe.
“Il popolo ha scelto di riprendere in mano il proprio destino”: la Le Pen non aspetta i risultati ufficiali e subito lancia un appello al presidente socialista François Hollande affinché sciolga l’Assemblea nazionale. E lui risponde glaciale: “Questo è un momento grave, un vero e proprio terremoto”. Chi invece va già pesante è l’ex compagna del presidente Hollande, Ségolène Royal che ha parlato di “uno shock a livello mondiale”.
In Germania, si conferma primo partito la Cdu di Angela Merkel che ha ottenuto, stando agli exit poll, il 36%, mentre l’Spd segue con il 27,5%. Bene anche il partito antieuro Alternative Fuer Deutschland con il 6,5%. I Verdi hanno il 10,5%. La Linke avrebbe il 7,5%. I Liberali, usciti dal parlamento nazionale, avrebbero ottenuto il 3%. Un seggio sarebbe andato anche ai neonazisti dell’Npd.
Gli exit poll in Grecia danno in testa Alexis Tsipras con il suo movimento di sinistra radicale, ma il è limitato: Syriza infatti ha solo tre punti di vantaggio rispetto ai conservatori di Nuova democrazia, il partito al governo del paese. Il movimento di Tsipras è tra il 26% e il 30%, mentre quello del premier Antonis Samaras tra il 23 e il 27. I neonazisti di Alba dorata si attestano tra l’8% e il 10%.
In Austria le prime proiezioni danno i popolari dell’Oevp in testa con il 27,8%, seguito dai socialdemocratici Spoe stabiliti al 23,7%. Ma anche qui i riflettori sono per gli euroscettici di destra, con il Fpoe al 10,9%.
Anche in Danimarca l’estrema destra è in netto vantaggio: gli exit poll danno il Danish people Party al 23,1%, contro il 20,5% dei socialisti e il 17,2% dei liberali.
In Irlanda è testa a testa tra il partito popolare e quello liberale: Fine Gael e Fianna Fail viaggiano sul 22%, terzo il Sinn Fein. A Malta invece netta vittoria del partito laburista con il 53% dei voti, seguito dal partito nazionalista legato al Ppe, al 40%.
In Finlandia gli exit poll danno in testa i popolari del KK con il 22,7%, secondi i liberali di SK con il 21,0%. In Slovenia spadroneggia il Partito democratico sloveno, con il 24,6% seguito dalla Lista Nova Slovenija, ancora di centrodestra al 15,2%. Anche in Bulgaria avanti i conservatori, con l’ex premier Borissov e il suo partito Gerg avanti con il 28,&%. Al 19,8% invece il partito socialista di Sergei Stanishev e terzo il partito della minoranza turca, Dps, con il 14,9%.
Cinque anni di crisi e politiche di austerità in Spagna hanno portato a un dura sconfitta alle Europee per il Partido Popular (PP) al governo e per il principale partito dell’opposizione, il Psoe, e l’exploit del nuovo partito Podemos, che coagula il voto di protesta degli indignados.I dati definitivi ratificano il PP come il partito più votato, con il 26% dei voti e 16 scanni, tre punti avanti sul Psoe, col 23% e 14 seggi, rispettivamente con 8 e 9 seggi meno che nel 2009.