E’ finita la campagna elettorale. Verrebbe da dire, finalmente. Perchè soprattutto negli ultimi giorni i toni utilizzati dai protagonisti sono stati durissimi. Cosa che di solito non avveniva in presenza di elezioni europee. Ecco, è questo il punto. Renzi, Grillo e Berlusconi, quelli che secondo le previsioni rappresentano i partiti più accreditati, hanno comunemente attribuito a questa tornata elettorale un valore politico.
Renzi deve legittimare in qualche modo il suo ruolo di premier che ha conquistato senza passare dal voto popolare, Berlusconi cerca di resistere numericamente a tutto ciò che è successo negli ultimi mesi (dalla scissione del Popolo delle Libertà a tuti i guai giudiziari), Grillo vuole dare una spallata al sistema e non ha certo creato equivoci nei suoi comizi.
Temi europei ne abbiamo ascoltato pochi perchè ogni giorno di più questa campagna elettorale ha avuto il sapore di un referendum italiano. E la sensazione – che era stata avvalorata da coloro che sono pagati per prevedere il voto – è che gli italiani non siano molto interessati. Ci sarà un astensionismo notevole, c’è chi parla addirittura del 50%: se fosse vero sarebbe l’ennesima risposta del “popolo” verso la classe dirigente, una risposta che sa di sfiducia e di disinteresse. Che purtroppo non possiamo permetterci.
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