Romeo viveva in strada. Era casa sua, le vie della Kalsa le sue stanze, angoli appartati fungevano da orinatoi. Conosceva tutti, dall’alto del suo metro e basta. E tutti lo salutavano. Io non l’avevo mai visto.
Camminava davanti a me in via dello Spasimo e cantava. Canzoni napoletane mai sentite. Avanzava con passo allegro al centro della strada e inquietava i gatti di passaggio.
Da grande vuoi fare il cantante?
Si, voglio fare il cantante!
Bravo. Sei intonato.
Eh?
Ho esagerato.
Dico che canti bene.
A te quali cantanti ti piacciono?
Ci penso un po’. Escludo possa svilupparsi empatia citando Fossati, De Andrè o Vecchioni. Cerco rapidamente il massimo per me di cantante popolare, qualcuno che il piccolo possa conoscere e apprezzare.
A me piace Adriano Celentano. Lo conosci?
No. Chi è?
Vabbè, tu sei picciriddo (bambino ndr), io sono grande…
Io ho quasi undici anni. Dieci anni e mezzo.
Però. Neppure tanto piccolo. A te quali cantanti ti piacciono?
Tony Arca, Nando Mariano, Enzo Primavera, Tony Colombo.
O almeno, penso mi abbia detto qualcosa del genere. Per quanto ne so potevano anche essere Nando Arca, Tony Primavera, Enzo Colombo.
Bravo. E come ti chiami?
Romeo.
Qui mi stupisce. Temevo un Kevin, speravo in un Giuseppe. Romeo mi sorprende, e mi fa sognare una mamma shackespeariana, un padre colpito dagli aristogatti, un nonno nobile decaduto. Però il nome se lo merita, Romeo. Ha una sua mini autorevolezza, non sembra il figlio di un barbone. Nemmeno il figlio di un barone, in verità.
Mi soffermo a pensare al destino di Romeo. Magari il sogno di cantare gli cambierà il finale, rispetto a tanti suoi coetanei. Lo saluto, mentre lui continua a camminare e a canticchiare.
Qualche ora dopo, all’uscita dal Kalesa, lo trovo ancora fuori. Sta insieme ad un altro ragazzino, più grande o solo più massiccio. Oh, Romeo Romeo. Sei proprio tu, Romeo? Cerca i proprietari delle auto, per farsi dare una moneta.
Ma non ho capito, Romeo! Tu vuoi fare il cantante o il posteggiatore?
Tutti e due!
Vabbè, allora tieni un euro, anche se sono a piedi.
Grazie amico!
Buona fortuna piccolo, che la musica, anche quella cattiva, ti sia vicina. Ho visto l’arte salvare tante vite. Ma anche tanti posteggiatori portare a casa tremila euro al mese. Fai tu, insomma.