L’ipotesi che Claudio Scajola fosse a conoscenza dei pericoli corsi da Marco Biagi viene ulteriormente confermata da Roberto Maroni. L’ex ministro del Welfare ha confermato a La Repubblica di essere il mittente della lettera ritrovata nell’archivio di Scajola, custodito a casa di uno 007 del servizio segreto militare.
La lettera sarebbe stata letta da Scajola pochi giorni prima dell’omicidio Biagi, avvenuto il 19 marzo del 2002. Maroni spiega anche di aver chiesto l’estensione della scorta per il professore anche a Bologna. Quest’ultimo, infatti, avrebbe scritto in precedenza allo stesso Maroni confidandogli le sue preoccupazioni per un eventuale attentato. La Procura della Repubblica di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio per omissione e si sta concentrando molto su questa lettera
Scajola, nelle settimane subito successive all’omicidio, ha sempre negato di essere stato a conoscenza dei pericoli a cui Biagi andava incontro. Ma le parole di Luciano Zocchi, segretario personale dell’ex ministro, sembrano smentirlo un’altra volta. Zocchi affida le sue riflessioni al Corriere della Sera e rammenta di aver consegnato personalmente a Scajola due appunti a firma Sacconi e Parisi (ai tempi rispettivamente ministro del Lavoro e direttore generale di Confindustria) che segnalavano le minacce brigatiste nei confronti del professore. Zocchi era stato contattato personalmente da Enrica Giorgetti, moglie di Sacconi, e dallo stesso Parisi.
Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in un’intervista a SkyTg24 sulla vicenda Scajola ha ammesso: “Non abbiamo saputo proteggere Marco Biagi. Noi abbiamo il dovere non solo della memoria, ma anche della verità”.
“È sempre difficile – ha continuato -, se sono troppe ci si indigna, se sono troppo poche, si mettono a rischio le persone. Diceva Giovanni Falcone che la mafia uccide gli uomini che le istituzioni non sanno proteggere e noi non abbiamo saputo proteggerlo”.