Triplete – come fece la sua Inter con Josè Mourinho – per Enrico Mentana che nella sua trasmissione su La7 “Bersaglio Mobile” ha intervistato, di fila, il premier e segretario del Pd Matteo Renzi, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle, che fa le veci di Beppe Grillo, che per la prima volta la sera prima aveva partecipato a “Porta a Porta” di Bruno Vespa. Al centro delle interviste più che il confronto tra i tre principali protagonisti della campagna elettorale per le elezioni europee del prossimo 25 maggio, la politica nazionale e gli equilibri di potere.
LA DOPPIA VESTE DI RENZI – Renzi veste abiti comodi nella sua doppia figura di presidente del Consiglio e segretario nazionale del Partito democratico e snocciola, come strumenti di persuasione politica, molti dei provvedimenti adottati dall’esecutivo che guida e approvati dal Parlamento a suon di questioni di fiducia, dal Jobs Act al dl Irpef, dalle misure per l’edilizia scolastica al dl Casa (convertito in legge lo stesso giorno).
Come ha ripetuto in ogni comizio svolto in giro per l’Italia, il presidente del Consiglio ha ricordato la norma con cui hanno “restituito 80 euro in busta paga a circa dieci milioni di italiani”. “Dopo tanti governi che hanno pensato ai mercati finanziari, noi abbiamo pensato ai mercati rionali, permettendo agli italiani di spendere questi soldi per i propri consumi. E le coperture le abbiamo trovate tagliando gli stipendi dei manager, riducendo il parco delle auto blu, cancellando le Province”.
Andare in Europa per il leader dei democratici significa impedire all’Unione europea “di fare la gnorri” di fronte ai problemi più urgenti dei paesi membri, con particolare riferimento alla periferia in cui è stata relegata l’Italia, soprattutto in merito al fenomeno dell’immigrazione. “Vittoria per il Pd significa che riusciamo a eleggere abbastanza parlamentari a Bruxelles per cambiare l’Europa, per far sì che l’Italia non debba più prendere schiaffi”.
E per far questo, bisogna battere il Movimento 5 Stelle, dopo la sconfitta – ammessa dal premier – alle ultime politiche. E Renzi difende gli elettori del Partito democratico, definiti “cog…ni” sia da Berlusconi che da Grillo. “Io non ho mai insultato nè Grillo nè Berlusconi ma soprattutto i loro elettori – dice. – Preferisco parlare con loro e provare a convincerli che siamo le persone da votare”.
BERLUSCONI TRA PRESENTE E PASSATO – Quando in studio arriva Silvio Berlusconi (anche se l’intervista era stata registrata precedentemente), Mentana si accende e si avvertono ancora sibili di vecchi rancori (risalenti a quando il giornalista lasciò Mediaset per passare a La7) e il conduttore diventa più pungente. Le prime battute dell’ex Cavaliere sono per Beppe Grillo: “Vuole distruggere il nostro sistema democratico. Non possiamo più avere dubbi su cosa ci aspetterebbe se questo signore arrivasse ad assumere il potere: un processo pubblico sommario contro i politici, gli imprenditori, i giornalisti. E purtroppo – ammette Berlusconi – ci sono tanti cittadini che oggi vedono nel M5S l’unica possibilità di un voto duro, di protesta”.
Le strategie retoriche di Renzi e Berlusconi si assomigliano, come ormai è chiaro, e le frecce all’arco dell’ex presidente del Consiglio, infatti, sono i dati relativi agli anni in cui governava. “Il mio governo 2008-2011 è stato il miglior governo della Repubblica. La disoccupazione era all’8 percento oggi è all’11 percento, oggi ben quattro milioni di italiani si trovano in uno stato di in povertà assoluta e dieci milioni in povertà relativa, il pil, che durante il mio governo era positivo, oggi è sceso sotto lo zero“. Il leader di Forza Italia è tornato ancora sulla sentenza “costruita e infondata” con cui è “stato fatto fuori” dal Parlamento – “che spero possa essere annullata presto dalla Corte europea per i diritti dell’uomo”, ha aggiunto Berlusconi.
Il programma elettorale per le Europee di Forza Italia si basa principalmente sulla riforma della Banca centrale europea, per poter rendere l’Euro “una risorsa piuttosto che una piaga”. “La Bce – spiega Berlusconi – deve diventare una vera banca centrale, che possa garantire i debiti di tutti i Paesi della Zona Euro, che possa stampare moneta quando qualcuno di questi Paesi si trovasse nelle condizioni di non potere pagare i propri titoli, che possa svalutare con cognizione l’Euro quando necessario perché altrimenti i nostri prodotti sui mercati internazionali sono meno convenienti rispetto ai prodotti che si pagano in dollari”.
DI BATTISTA E IL MOTORINO BLU – “Sono arrivato qui col mio motorino blu e ho trovato due auto blu che scortavano un condannato (Berlusconi, n.d.r.): ecco, questa cosa mi fa sorridere e rappresenta tutto quello che noi come Movimento 5 Stelle vogliamo cambiare”. Si presenta così, con un dettaglio di vita quotidiana, il deputato del Movimento di Beppe Grillo, Alessandro Di Battista, ultimo dei tre intervistati a “Bersaglio mobile” e che per questo ha ricevuto dal conduttore Mentana – nuovamente rinfrancato e rilassato – la possibilità di parlare cinque minuti in più degli altri.
Per Di Battista è il premier Renzi in persona a dimostrare che le elezioni europee sono un test per il Governo e che quindi basterebbe un punto percentuale in più del M5S rispetto al Pd per rovesciare le carte in tavola e mandare tutti a casa. “Se Renzi, per primo, fa campagna elettorale sventolando il provvedimento del Dl Irpef che mette in busta paga di molti italiani 80 euro – spiega il deputato pentastellato – vuol dire che anche lui considera gli atti di Governo e Parlamento come elementi da giudicare col voto. E se ha cominciato a dire che il voto europeo non ha valore nella politica italiana è perché ha cominciato ad avere strizza: è passato dall’essere il re del mondo alla cautela”.
Anche il rappresentante del Movimento 5 Stelle ha dedicato la maggior parte del proprio tempo a parlare di politica italiana con un’accusa durissima a tutti i partiti attraverso la definizione di mafia. “La mafia è un’organizzazione a delinquere – ha detto – e i partiti in Italia sono organizzazioni a delinquere e nemmeno se ne rendono conto. Al loro interno ci sono anche brave persone, ma non capiscono che sono parte di un ingranaggio più grande di loro votato al malaffare al compromesso”.
Tornando al Parlamento di Bruxelles per cui si vota il 25 maggio e al valore dell’Unione europea, Di Battista, con una citazione manzoniana, ha detto che “l’Europa è una vaso di coccio in mezzo a due vasi di ferro, stretto tra l’imperialismo del Nord America e l’imperialismo russo”. “È per questo che dobbiamo cambiare i rapporti di forza internazionali”, ha aggiunto, lasciando aperta anche l’ipotesi di far uscire l’Italia dalla Nato se il Movimento 5 Stelle dovesse arrivare a governare il Paese. “Se far parte della Nato significa soltanto dover partire per Afghanistan e Iraq a combattere battaglie non nostre, allora non dovremmo starci”.