Il ministero e le Regioni firmeranno entro la fine di giugno l’accordo sul “Patto per la Salute”, che prevede, oltre al taglio dei piccoli ospedali, quelli con meno di 60 posti letto, lo stop della rimborsabilità delle prescrizioni considerate come inappropriate e un riforma del ticket mirata al risparmio.
Il ministro Lorenzin prevede un risparmio di 10 miliardi nell’arco di 3 anni, che verranno investiti in ricerca e ammodernamento. Paolo Russo de “La Stampa” spiega i cambiamenti apportati dal piano.
Piccoli ospedali: quelli con meno di 60 posti letto verrano convertiti in strutture di riabilitazione, conversione che avverrà con gradualità per evitare perdite occupazionali. Sono oltre 192 le strutture destinate a chiudere e 2800 i posti letto in tutta Italia da trasformare in centri di assistenza.
Inefficienze: verranno chiusi oltre 7 mila posti letto facenti parte delle strutture il cui servizio viene ritenuto inefficiente dal punto di vista clinico.
Rimborsi facili: delle linee guida per le prestazioni sanitarie più richieste e a maggior rischio di inappropriatezza stabiliranno quando una cura o un accertamento saranno rimborsabili o meno.
Decentramento: le case della salute dovranno garantire assistenza 24 ore su 24 e accertamenti diagnostici meno complessi, in modo da fare da “filtro” al pronto soccorso.
Pagamenti: previsto una revisione dei prezzi dei ticket mirati a una drastica riduzione e a una distribuzione più omogenea tra i vari cittadini. Le esenzioni non saranno più agganciate al reddito Irpef ma a quella dell’Isee, in modo da non “premiare” gli evasori ma di avvantaggiare coloro che hanno più familiari a carico, gli anziani e i malati cronici. Questi ultimi, se hanno un reddito Isee alto, non sarebbero più esentati.
Agenzie Agenas e Aifa: la prima avrà il compito di controllare il rispetto del Patto e l’andamento dei conti; la seconda dovrà avere più strumenti dediti all’evitare il ripetersi di truffe farmaceutiche a danno dei conti pubblici.