Tornano a soffiare i venti di guerra in Libia. La capitale Tripoli si trova di nuovo in stato di assedio dopo che l’autoproclamato Esercito libico, guidato dal generale in congedo Khalifa Haftar e dichiarato golpista dal governo in carica, ha attaccato il Parlamento nella serata di domenica.
Due i morti e 55 i feriti negli scontri, mentre una ventina tra deputati e funzionari sarebbero stati presi in ostaggio. Haftar e i suoi miliziani hanno come obiettivo “gli islamisti che proteggono le milizie estremiste e il Parlamento che le protegge”. Haftar è arrivato anche a leggere un comunicato attraverso il canale televisivo “Al-Ahrar”, attraverso il quale esprimeva la propria contrarietà alla nomina di Ahmed Maiteeq a premier.
La lotta strisciante è tra forze politiche islamiste e laiche che non riescono a trovare un punto comune per nominare un governo che possa trovare un appoggio condiviso. Il governo di Tripoli parla di tentativo di golpe e ha fatto capire di non voler arretrare di un millimetro di fronte alle richieste di Haftar e del suo Esercito. A loro volta questi ultimi chiedono che il Parlamento ceda i suoi poteri a un’Assemblea Costituente che scriva il testo della nuova Carta Libica. Intanto nelle città libiche si continua a sparare. Venerdì l’altra grande città libica, Bengasi, è stata teatro di cruenti scontri che hanno causato 79 morti. La paura è che si possa arrivare a una nuova guerra civile.
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meno male che avevamo riportato la pace e la democrazia||||