Beppe Grillo arriva a Torino e spara a zero su tutti continuando ad esagerare frase dopo frase: “Dicono che io sono Hitler. Ma io non sono Hitler…sono oltre Hitler!”. E aggiunge: “Se non ci fosse il M5s adesso ci sarebbero i nazisti. Il nostro populismo è la più alta espressione della politica”.
Il leader del Movimento 5 stelle poi dice alla folla accorsa a piazza Castello per il suo comizio: “La Digos è tutta con noi, la Dia è tutta con noi, i carabinieri pure. Noi facciamo un appello, non date più la scorta a questa gente”, perché “non ce la fanno più a scortare quella gente al supermercato o al festival. Loro sono noi”.
Per Grillo poi non ci sono dubbi: “Siamo scesi in piazza per vincere e vinceremo queste europee con il 100 per cento. Io non sono candidato, non sono il loro avversario sono un pregiudicato e li riconosco prima, il loro avversario è l’onestà di chi fa buona politica”.
Come da copione, attacca anche il Capo dello Stato: “Io non mi stupisco quando allo stadio fischiano l’inno di Mameli. Fratelli d’Italia, dice. Ma fratelli di chi? Dei piduisti, dei massoni, della camorra? Chiediamoci perchè si fischia un inno. Io invece inorridisco quando il presidente della Repubblica riceve al Quirinale un condannato in via definitiva”.
E conia un nuovo soprannome per Berlusconi: “Non è più lo psiconano, ma Tinto Brass: Vediamo chi metteranno nel cesso Tinto…”, riferendosi alla battuta dell’ex cavaliere di qualche giorno fa.
Naturalmente non poteva mancare una battuta contro Renzi: “Portano i bambini in piazza e li fanno gridare ‘Matteo, Matteo’. Bisogna prendere quelle maestre e licenziarle in tronco perché non possono fare queste cose con i bambini”. E ironizza sull’efficacia delle politiche del governo Renzi in Europa con insulti a sfondo sessuale al cancelliere tedesco: “L’ebetino è andato a dare due linguate a quel culone tedesco della Merkel”.
Non viene risparmiato nemmeno il presidente del Parlamento europeo: “Schulz viene in Italia e la prima cosa che dice è che io sono come Stalin. I tedeschi dovrebbero ringraziare Stalin, perché se non fosse stato per Stalin oggi Schulz sarebbe in Parlamento con una croce uncinata al braccio”.