Claudio Scajola ieri è stato interrogato dai pm di Reggio Calabria nel carcere di Regina Coeli, ma il suo interrogatorio è stato secreto dunque nessuno sa ancora cosa abbia raccontato. Chi invece parla apertamente da Dubai è Amedeo Matacena, l’ex parlamentare di Forza Italia che Scajola avrebbe aiutato nella latitanza: “I miei rapporti con Scajola sono nati nel 1994 quando fui eletto per la prima volta al Parlamento, si sono rafforzati con il nostro trasferimento a Montecarlo”.
Niente di male dunque se Chiara Rizzo, la moglie di Matacena, si sia rivolta a Scajola: “In lui vede una figura paterna, mi sembra normale che una donna che si trova in difficoltà vada a chiedere aiuto a un amico che ha grandi esperienze”. Matacena parla in un’intervista su Skype all’Ansa e difende anche se stesso: “Contro di me c’è stato un complotto-vendetta: tutti coloro che mi hanno colpito hanno avuto gratifiche e avanzamenti di carriera all’interno del loro sistema di lavoro”.
“Al mio rientro in Italia penso tutti i giorni”, ha poi detto Matacena che ha aggiunto “Ritengo che devo aspettare l’esito del ricorso in Cassazione e quello fatto alla Corte europea dei diritti dell’uomo”. La sua non sarebbe una “latitanza dorata. Questa è una fantasia che serve per arricchire il caso dal punto di vista del gossip. Io vivo in quaranta metri quadrati e questa storia della latitanza dorata è infondata”.