Gli agenti delle Squadre mobili di Caserta e Firenze, coordinate dallo Sco, hanno arrestato 18 persone, alcune delle quali ritenute legate al clan dei Casalesi. Sono tutte coinvolte in un’inchiesta della Dda di Napoli su infiltrazioni della camorra in Toscana. Ai domiciliari due poliziotti in servizio alla Presidenza del Consiglio e alla Camera dei Deputati: avrebbero rivelato informazioni coperte da segreto istruttorio.
Dalle indagini della Polizia, svolte in numerose località del territorio nazionale, è emerso che un gruppo di imprenditori provenienti dalla zona di Gricignano d’Aversa (Caserta) da oltre 30 anni in Toscana, in particolare nella zona della Versilia, erano ormai diventati un punto di rifermento per gli affari illeciti del clan dei Casalesi, in particolare delle famiglie camorristiche Schiavone, Iovine e Russo. Fornivano supporto logistico, agevolavano la latitanza degli affiliati, anche di quelli di caratura.
Tra le attività illecite messe in campo non mancava l’estorsione: gli imprenditori vessati usavano chiamare gli emissari e i referenti del clan con gli appellativi di “Russia” e “Germania”. A svolgere il ruolo di collettore tra il clan e le vittime era un imprenditore, Stefano Di Ronza, indicato anche da alcuni pentiti, che raccoglieva le tangenti e poi provvedeva a versarle nelle casse del clan.
I due agenti della Polizia coinvolti nell’inchiesta, il 56enne napoletano Franco Caputo e il salentino Cosimo Campagna di 57 anni, avrebbero fornito agli indagati informazioni su attività di intercettazione nei loro confronti e diffuso notizie segrete riguardo a politici, imprenditori e alte cariche di apparati pubblici. Le accuse per loro sono di favoreggiamento e rivelazione di segreto.