“Sono 250.000 in tutta Italia i biologi che rischiano il posto di lavoro e in situazione critica sono soprattutto i lavoratori del Lazio, ma anche quelli di Puglia, Sicilia e Campania. Questa la conseguenza della forte riduzione del personale dovuta alla politica di aggregazione dei laboratori di analisi”.
È quanto dichiara oggi a Roma il presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi, Ermanno Calcatelli, a margine dell’incontro “I laboratori di analisi e le strutture di medicina specialistica accreditati: una risorsa sul territorio ed un’alternativa alle case della salute”.
In base alle attuali linee guida ministeriali, infatti, i laboratori che non raggiungono le 100.000 prestazioni annue sono costretti ad essere accorpati. Nel Lazio, in particolare, sono 350 quelli a rischio chiusura e rappresentano circa 2000 lavoratori, secondo le stime di Federlazio, associazione di piccole e medie imprese del Lazio.
La presenza di laboratori di analisi e delle strutture di medicina specialistica accreditata sul territorio, andrebbe invece “rafforzata”, commenta il presidente dell’Ursap-Federlazio Claudia Tulimiero Melis, soprattutto “in presenza di una popolazione che invecchia sempre più e ha bisogno di aver un punto di riferimento sotto casa”. Quindi la proposta di Federlazio: “trasformiamo i laboratori di analisi in Case della Salute aperte h24”.