L’Aula della Camera conferma la fiducia al governo sul Dl Lavoro con 333 sì e 159 no. Una fiducia messa per “evitare una discussione improduttiva per il Paese”, ha sottolineato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, vista anche l’imminente scadenza del provvedimento. “Ci sono tante imprese che stanno aspettando di applicare questa legge – ha aggiunto – quindi prima arriva meglio è”.
Il testo su cui il governo ha posto la fiducia è quello approvato al Senato, con le modifiche in particolare sulle multe (e non più l’obbligo di assunzione) per le aziende che sforano il tetto del 20 percento di precari sul totale della forza lavoro.
La scelta di blindare ancora una volta il provvedimento non piace al Movimento 5 Stelle che in Senato aveva addirittura inscenato una manifestazione di protesta con catene, immedesimandosi nei nuovi “schiavi del lavoro”. Nemmeno la Lega ha apprezzato la mossa del Governo (“la fiducia è messa per coprire le divisioni nella maggioranza ha detto Massimiliano Fedriga”) ed è arrivata anche l’ironia di Renato Brunetta, immemore dell’uso della questione di fiducia del suo presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “Nuova, ennesima ‘fiducia’ del governo. Perché Renzi, già che c’è, usando l’articolo 138 della Costituzione, dopo il Senato,non elimina anche la Camera, così potrà fare tutti i decreti che vuole?”.