Nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato all’arresto dell’ex ministro Claudio Scajola ci sono nuovi indagati. Lo si è appreso da fonti vicine all’inchiesta.
I nuovi indagati, sull’identità dei quali c’è uno stretto riserbo, avrebbero ruotato intorno alla cerchia di persone che per l’accusa avrebbero agevolato la latitanza di Amedeo Matacena, l’ex deputato di Fi condannato a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Anche Chiara Rizzo, moglie di Matacena, è finita in manette a Nizza, in Francia.
La Dda, intanto, ha anche presentato appello al Tribunale del riesame contro l’esclusione dell’aggravante mafiosa nei confronti di Scajola e degli altri sette arrestati.
L’ex esponente dell’esecutivo di Silvio Berlusconi sarà interrogato venerdì prossimo nel carcere romano di Regina Coeli. L’interrogatorio sarà condotto dal sostituto procuratore nazionale antimafia Francesco Curcio e dal pm della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, che coordinano l’inchiesta.
In Parlamento, dure le accuse del Movimento 5 Stelle nei confronti del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sul caso Scajola. “L’ex ministro Scajola, arrestato per favoreggiamento della latitanza di Matacena, aveva in tasca un telefono intestato al dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale. Alfano lo sapeva? Ha autorizzato questa spesa? Da quanti anni durava questa situazione e per quante altre persone si replica? Corte dei conti e procura sono state avvertite?”, sono alcune delle domande che il M5S avrebbe posto al leader di ncd se l’audizione prevista per oggi non fosse saltata per la questione di fiducia posta dal Governo sul Dl Lavoro.