L’Inter celebra degnamente il suo storico capitano Javier Zanetti, al passo d’addio dopo una carriera piena di successi in nerazzurro. La Lazio non riesce a guastare la festa anche perché l’Inter fa di tutto affinché questo non accada.
I padroni di casa travolgono la squadra di Edy Reja con un 4-1 che vuol dire Europa League. Difficile che i nerazzurri possano perdere questo treno per l’Europa.
Nella serata del capitano sale in cattedra Mateo Kovacic, grande talento fino a questo momento non del tutto espresso in casa Inter. E sembra quasi un passaggio di consegne, nonostante i due abbiano ruoli e caratteristiche diverse. Ma Kovacic ha le potenzialità, e l’età, per segnare un lungo periodo con la casacca nerazzurra.
Zanetti parte inizialmente dalla panchina. Mazzarri vuole riservargli non una ma ben due standing ovation.
Pronti, via ed è la Lazio a portarsi subito in vantaggio dopo due minuti. Su azione di calcio d’angolo Cana ha la possibilità di staccare indistrubato. Biava da pochissimi passi tocca la palla quel tanto che basta per far sì che terrmini alle spalle di Handanovic.
L’Inter non ci sta. C’è l’Europa League in ballo, ma c’è anche e soprattutto il capitano di tante battaglie da celebrare. Prende suvbito le redini del gioco Kovacic. Azione personale del serbo, palla servita in area a Palacio che trafigge Berisha. Dopo sette minuti è già 1-1.
Ci prova subito Nagatomo, uno dei più pimpanti, e impegna Berisha con una conclusione dopo essersi accentrato dalla sua consueta fascia sinistra. La Lazio rintuzza gli attacchi nerazzurri e prova timidamente a ripartire. Al 24′ doppia occasione firmata Keita e Onazi. In entrambi i casi Handanovic risponde con attenzione.
Il raddoppio è nell’aria e arriva al 34′. Ancora una volta è Kovacic a imbeccare stavolta Icardi che deve solo trovare lo spazio per battere Berisha e l’argentino non se lo fa chiedere due volte.
Passano tre minuti e stavolta è Nagatomo dalla sinistra a mettere in mezzo un fendente che Icardi lascia al compagno di reparto Palacio, rapido ad anticipare Cana e battere Berisha. L’abbraccio dell’argentino al connazionale Zanetti seduto in panchina dà il via alla festa. Adesso non rimane che attendere l’ingresso del Pupi.
Che puntuale arriva all’inizio del secondo tempo. È il minuto 52. Zanetti entra in sostituzione di Jonathan. Lo stadio si alza in piedi e gli tributa un lungo applauso. Saranno gli ultimi 38 minuti più recupero in quello che è stato il suo stadio per 19 anni.
Al 54′ la Lazio ha un break che la potrebbe riportare in partita. Un colpo di testa ancora di Biava impegna severamente Handanovic che risponde da campione.
La prima percussione di Zanetti infiamma lo stadio al 55′. Le occasioni però cominciano a latitare. Al 67′ Keita si fa rivedere dalle parti di Handanovic con una conclusione potente ma il portiere respinge con sicurezza. Reja decide di inserire Candreva per tentare il tutto per tutto, mentre in casa Inter si rivede un altro degli eroi del Triplete, Diego Milito, al posto di Palacio.
Miracoloso Handanovic al 73′ che con un riflesso devia in angolo di piede un rasoterra di Anderson toccato da Rolando. È il momento migliore della Lazio che ancora con Anderson e Candreva mette in difficoltà la retroguardia di casa. E proprio nel momento migliore arriva il 4-1 ch echiude il match. Lo mette a segno l’ex di turno Hernanes che riceve palla, manco a dirlo, da Kovacic sulla trequarti destra, si accentra e lascia partire un fendente di sinistro imparabile per Berisha. Il pallone, infatti, si spegne nel’angolino là dove il portiere non potrebbe mai arrivare.
Ci prova ancora Nagatomo all’84 ma è Klose ad avere l’ultima occasione del match al 92′. Il suo colpo di testa, però, non è preciso. Al fischio finale è commozione per Zanetti, giocatori e tifoasi e lunghi applausi per un altro gentleman del calcio che lascia l’attività. San Siro celebra il suo capitano e gli rende il doveroso omaggio.
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