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Telefonate e incontri incastrano Scajola | Sarebbe Speziali il suo uomo a Beirut

Decine e decine le intercettazioni telefoniche che hanno permesso agli inquirenti di arrestare l’ex ministro Claudio Scajola. “Lo spostiamo in un posto più sicuro”. L’ex ministro è accusato di avere favorito la latitanza dell’ex deputato di Forza Italia, Amedeo Matacena jr. , condannato a cinque anni in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e anche per le relazioni che l’ex deputato intratteneva con la cosca della ‘ndrangheta dei Rosmini di Reggio Calabria. I magistrati della Dda e gli investigatori della Dia reggina hanno dedotto che la persona da spostare fosse Matacena jr.

Secondo gli agenti della Dia l’ex ministro non sembrava minimamente aspettarsi questo provvedimento e ha chiesto di conoscerne le motivazione. Ma contestualmente gli investigatori arrestavano altre cinque persone. Il braccio destro e uomo di fiducia di Matacena, Martino Politi, la madre e la segretaria di Matacena, Raffaella De Carolis e Maria Grazia Fiorsalisi, le storica segretaria di Claudio Scajola, Roberta Sacco e Antonio Chillimi, per le tre donne e Chillimi sono stati concessi gli arresti domiciliari.

>SCAJOLA NON RISPONDE AL GIP

Ma ancora rimangono da eseguire due provvedimenti, uno a carico dello stesso Matacena e uno a carico della moglie, Chiara Rizzo. A quest’ultima, scrive il gip nella sua ordinanza, “Scajola era completamente asservito”. Gli avvocati di Chiara Rizzo hanno comunicato che attualmente la donna si trova all’estero per un viaggio e che comunque non ha nessuna intenzione di sottrarsi alla giustizia; già domani, spiegano ancora i legali, la donna renderà noti i dettagli del suo rientro in Italia e si dice “certa di poter dimostrare(che le accuse mossegli così come diffuse in internet)sono frutto di equivoci che la stessa certamente sara’ nelle condizioni di chiarire”.

L’inchiesta è nata da un filone di un indagine, denominata Breakfast, con la quale i giudici sperano di ricostruire i movimenti illeciti dei capitale delle cosche che nell’aprile del 2012 hanno portato gli investigatori sull’allora tesorerie della Lega Nord, Francesco Belsito e altre persone tra cui il consulente Bruno Mafrici. Ed è proprio da una conversazione tra Matacena e Mafrici nasce l’inchiesta che a portato gli inquirenti a ritenere, aq cario titolo, le persone coinvolte non solo come gruppo di fiancheggiatori, ma anche come gruppo che ha tentato di interporsi finanziariamente nella titolarità di società per impedire il sequestro di alcune società.

Matacena era stato arrestato a Dubai il 29 agosto del 2013, ma ritornò presto in libertà pur non avendo il passaporto. Secondo l’accusa, da qui nacque la necessità di spostarlo in un luogo “più sicuro” che secondo il gruppo sarebbe stato il Libano. Secondo la Dda è proprio qui che entra in gioco Scajola che ha garantito la sua disponibilità alla moglie di Matacena per trovare la migliore soluzione. In questa operazione Scajola non è stato aiutato solo dalle sue conoscenze maturate negli anni di attività politica, ma si è avvalso anche di un indagato in libertà. Vincenzo Speziali, nipote dell’omonimo ex senatore del Popolo della libertà. Il coinvolgimento di Speziali si intuisce da un decreto di perquisizione in cui le accuse ipotizzate sono ben più gravi da quelle contestate nell’ordinanza di custodia cautelare. Secondo i magistrati gli indagati: “prendono parte ad un’associazione per delinquere segreta collegata alla ‘ndrangheta dal rapporto di interrelazione biunivoca al fine di estendere le potenzialità operative del sodalizio mafioso”. Nelle perquisizioni sono stati coinvolti anche i figli di Amintore Fanfani, Giorgio e Cecilia Fanfani.

Speziali, l’uomo di Scajola e Dell’utri a Beirut. Vincenzo Speziali, nonostante i tanti dubbi sulla sua presunta o meno influenza in Libano ha due caratteristiche innegabili: la prima è la parentela con l’omonimo ex senatore potente imprenditore edile di Catanzaro e la seconda +è il coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria che ha portato all’arresto di Caludio Scajola, accusato di avere favorito la latitanza di Matacena. Secondo gli investigatori il ruolo svolto da Speziali non sarebbe quello di una semplice comparsa, ma piuttosto di un “ruolo da protagonista”. A spiegarlo è stato il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafero de Raho che spiega: “C’è qualche identità personale in relazione alle due indagini. – continua il magistrato –  Si tratta di un personaggio destinatario di perquisizione che ci risulta protagonista nella vicenda Dell’Utri”. Vincenzo Speziali, su questo gli inquirenti hanno avanzato alcune ipotesi sul possibile coinvolgimento nella vicenda Matacena, è sposato con una donna libanese legata con rapporti di parentela all’ex presidente Amin Gemayel.

Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Claudio Scajola, il gip rileva che l’ex ministro è stato contattato da Speziali con due diverse utenze telefoniche libanesi. Infatti, si legge nell’ordinanza, di una talefonata in cui Scajola domanda a Speziali: “li’ cosa devo dire?”; Vincenzo: ” … quando ci vediamo martedi’ ti dico tutto, perche’ nel frattempo che avranno giurato, io sono in contatto ed avvio subito la questione”; Scajola: “Perfetto!”; Vincenzo: “glielo puoi dire … te l’ho avevo detto, prima di fine febbraio non possiamo fare niente ed infatti siamo nel timing”.

Contattato dall’agenzia Ansa, Speziali ha smentito qualunque tipo di rapporto con Scajola: “Cado dalle nuvole – ha detto – mi hanno messo in mezzo a una storia che non conosco. Non ho niente a che fare con Amedeo Matacena, non so dove si trovi e Scajola non mi ha mai chiesto nulla in proposito. Scajola si è rivolto a me, ma solo perchè sembrava potesse essere candidato alle Europee e io potessi collaborare alla sua campagna. Mi auguro di poter vedere preso i magistrati per mettere in chiaro la mia posizione. Non c’è nessuna parentela – sottolinea ancora Speziali – tra mia moglie e l’ex presidente libanese Amin Gemayel”. Ma i rapporti tra la famiglia di Speziali e Gemayel sembra proprio difficile nasconderlo. A testimonianza di questo la visita che nel marzo del 2012 l’ex presidente libanese fece a Catanzaro quando era ospite per una “visita privata” a casa dell’ex senatore del Pdl.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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