La Banca centrale Europea ha deciso di lasciare il tasso di riferimento al minimo storico dello 0,25%: niente di nuovo, ma la decisione è stata ufficializzata a Bruxelles. Il prossimo giugno la Bce pubblicherà una serie di indicatori macroeconomici sullo stato di salute dell’Eurozona: sarà quello il momento in cui ci potrebbero essere degli interventi volti a evitare un periodo troppo lungo di bassa inflazione.
A confermare il timore della Bce è stato il presidente Mario Draghi: il consiglio della Banca è “unanime” nel pensare che possano essere necessaria “misure non convenzionali” per sostenere l’andamento dei prezzi. Per Draghi la preoccupazione arriva dalla compresenza della bassa inflazione con la crescita debole e l’euro forte.
La decisione era già annunciata dopo che ad aprile i dati sull’incremento medio del costo della vita nei Paesi che aderiscono all’euro si sono assestati allo 0,7%, in lieve aumento per il preoccupante 0,5 dello scorso mese.