Le cinque donne che hanno denunciato sevizie sessuali analoghe a quelle che hanno provocato la morte di Cristina Zamfir lo scorso 5 maggio a Firenze stanno parlando con una psicologa dei carabinieri. I militari cercano maggiori informazioni rispetto a quelle contenute nelle denunce presentate a suo tempo.
Le uniche informazioni al momento in possesso dei carabinieri consentono di tracciare un identikit di massima del serial killer: italiano, 55 anni circa, alto pressapoco un metro e 70, tarchiato e dal volto ovale. Secondo il criminologo ed esperto di analisi di scena del crimine, Carmelo Lavorino, il killer è “un soggetto incauto, con modus operandi non professionale e strumentale alla gratificazione dei bisogni intimi di dominare, umiliare e fare soffrire la vittima”.
“Ha una una potente motivazione di comporre la scena con la vittima e di metterla in posa – spiega Lavorino con un post nel suo blog -, così esponendola e offrendola come sacrificio e come soggetto che deve espiare: il tutto preceduto dall’approccio e dalle azioni sadiche e di dominio. Tali comportamenti derivano da bisogni intimi e da spinte psicologiche del tipo emotivo e di gratificazione, da tendenze e da ferite narcisistiche”.
Per l’esperto “ci sono altissime probabilità che venga catturato” in quanto “ha lasciato tracce del tipo biologico, dattiloscopico-papillare, visive, mnestiche e comportamentali e non effettua atti di depistaggio, di alterazione e di distruzione delle prove e della scena”.