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Bufera sull’Expo 2015, sette arresti | Potrebbe dimettersi il commissario Sala

Sono stati arrestati questa mattina Angelo Paris, manager di Infrastrutture Lombarde, e Primo Greganti, già coinvolto nell’inchiesta Mani Pulite, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano sugli appalti legati alla manifestazione Expo 2015. In manette anche altre cinque persone. Le accuse sono di turbativa d’asta e corruzione.

Nel pomeriggio è stato convocato un cda straordinario dell’Expo dopo gli arresti e si cominciano a diffondere voci di dimissioni del commissario unico, Giuseppe Sala. L’ad della società di gestione ha commentato l’accaduto sottolineando di avere svolto “da sempre la mia attività professionale credendo nel lavoro di squadra e nella lealtà dei comportamenti. Oggi questa fiducia appare sorprendentemente tradita da una delle persone di Expo. Dal mio punto di vista – ha aggiunto – non intendo sottrarmi alla responsabilità che comunque è sempre in capo a chi guida una società”.

Angelo Paris, direttore Pianificazione e acquisti di Expo 2015 spa e general manager del grande progetto milanese, è stato arrestato dal giudice delle indagini preliminari Fabio Antezza in un’inchiesta per i reati contro la pubblica amministrazione condotta dai pm milanesi Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio.

Insieme a Paris sono stati arrestati anche l’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo come intermediario di presunte irregolarità in appalti di Infrastrutture Lombarde, e un altro protagonista della prima stagione di Mani Pulite, l’allora segretario amministrativo della Dc milanese Gianstefano Frigerio.

Nuova ordinanza di custodia cautelare anche per Antonio Rognoni, l’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, già agli arresti domiciliari per un’altra inchiesta di un mese fa.

I militari della Guardia di finanza di Milano e gli investigatori della Dia hanno eseguito altre misure cautelari in questa indagine che ipotizza i reati di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta, che già aveva visto coinvolto l’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Secondo indiscrezioni, nelle carte dell’inchiesta ci sarebbero anche i nomi di Silvio Berlusconi e Cesare Previti.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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