La giunta per le autorizzazioni della Camera ha approvato la richiesta di autorizzazione all’arresto del deputato del Pd Francantonio Genovese, principale imputato nell’inchiesta siciliana sulla Formazione professionale “Corsi d’oro”
Una maggioranza formata da Pd, M5S e Sel con 12 voti ha bocciato la relazione di Antonio Leone (Ncd) che diceva no alla misura cautelare sostenendo l’esistenza di fumus persecutionis. Cinque i voti contro l’arresto.
Si conclude così, nella giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, il lungo esame della vicenda Genovese, il deputato del Pd di Messina coinvolto nell’inchiesta sui Corsi d’oro della Formazione professionale. A sorpresa, ma non troppo viste le dichiarazioni di voto annunciate ieri dal gruppo del Pd in giunta attraverso l’intervento del deputato Vazio, a dare il via libera alla richiesta di arresto è stato il decisivo intervento dei democratici. Nella relazione di maggioranza infatti, condotta dal deputato di Ncd, Antonio Leone si concludeva con la negazione della richiesta d’arresto avanzata dal Gip, Giovanni Di Marco.
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I voti per il via libera all’arresto sono arrivati oltre che dal Pd anche da Sel e dal Movimento 5 Stelle. Contrarie le altre formazioni. Genovese, comunque, non sarà arrestato subito: dopo il voto della giunta per le autorizzazioni si attende che la richiesta di arresto venga votata dall’Aula della Camera ma l’indirizzo, vista la posizione del gruppo Pd interno alla giunta, sembra deciso. Sui tempi del voto d’aula non mancano le polemiche.
Beppe Grillo, ieri da Palermo, aveva attaccato il presidente della Camera, Laura Boldrini chiedendo se il voto per l’arresto di Genovese non sarebbe stato posticipato a dopo le elezioni europee “per non perdere i 20 mila voti di Genovese a Messina”.