Le faceva credere che si trattasse di un gioco, invece abusava ripetutamente di lei: la vittima è una bambina di 10 anni e il suo aguzzino un cefaludese di 38, Gianluca Culotta. Secondo la ricostruzione degli agenti, all’epoca dei fatti contestati, la minore frequentava una ludoteca di Cefalù, in provincia di Palermo, gestita da un familiare dell’arrestato.
Proprio la ludoteca, secondo le indagini condotte dalla squadra investigativa del Commissariato di Cefalù, sarebbe stato il luogo dove Culotta avrebbe abusato della piccola in più di una occasione. A scoprire l’episodio e a far iniziare le indagini, una soffiata arrivata al commissario Manfredi Borsellino.
Culotta, saltuario operaio del settore edile il quale, malgrado non avesse alcun ruolo all’interno della struttura gestita dal familiare ne frequentava saltuariamente i locali. L’uomo durante le visite alla ludoteca familiarizzava con i bambini giocando con loro. I genitori dei piccoli sono stati interrogati dalla polizia e alla fine uno di loro ha trovato la forza di raccontare le paure che provava dopo alcuni racconti della figlia.
La piccola, successivamente ascoltata in presenza di due specialiste in psico-diagnostica nominate dall’autorità giudiziaria, avrebbe fornito una conferma decisiva dell’accaduto: Culotta, riconosciuto in una fotografia, la costringeva ad inequivocabili pratiche sessuali, descritte con una lucidità sconcertante per la tenera età della piccola.
Culotta avrebbe consumato i suoi abusi all’interno di uno stanzino buio della ludoteca dove pare che conducesse la bambina, dopo averne conquistato la fiducia. La piccola aveva iniziato a raccontare qualcosa alla mamma: l’uomo le rivolgeva molte attenzioni, erano amici. Ma solo su insistenza del genitore ha poi raccontato degli abusi subiti.
In casa di Culotta è stato trovato del materiale pedopornografico. Dall’analisi del computer è emerso che l’uomo frequentava abitualmente siti web dal contenuto pornografico. L’uomo adesso si trova in carcere a Termini Imerese.