Il caso della donna uccisa e trovata “crocifissa” su una sbarra alla periferia di Firenze sta facendo emergere una realtà inquietante. I casi simili avvenuti nell’ultimo anno sarebbero addirittura 6-7. La procura di Firenze sta indagando in queste direzioni per trovare collegamenti con la morte della 26enne romena, Andrea Cristina Zamfir.
Uno dei precedenti richiama alla memoria un luogo tristemente famoso per fatti di sangue. Uno dei casi su cui indaga la procura è avvenuto infatti nel campo delle Bartoline, a Calenzano, dove il 22 ottobre del 1981 si consumò uno degli omicidi compiuti dal mostro di Firenze.
Un’altra analogia evidenziata dagli inquirenti riguarda il nastro utilizzato per legare la donna. Sarebbe riconducibile all’Azienda ospedaliera di Careggi e sarebbe già stato utilizzato in uno dei casi precedenti. Rimane da scoprire come il killer sia potuto entrare in possesso di questo materiale. In tutti i casi precedenti le vittime delle sevizie facevano le prostitute. Queste donne, quindi, sembrerebbero essere gli obiettivi privilegiati del killer.
I carabinieri hanno già iniziato a stilare un primo identikit dell’uomo grazie ai dettagli forniti da una donna riuscita a salvarsi dalle sue sevizie. La 46enne ha raccontato di “un uomo tarchiato, di mezza età, gentile nei modi di fare. Non era molto alto e parlava italiano con accento fiorentino. Inoltre aveva pochi capelli brizzolati”. Come riporta il Corriere della Sera, non sarebbero pochi i casi di donne sfuggite ad aggressioni che hanno chiesto aiuto agli abitanti della zona.