Ko game, colpire uno sconosciuto con un pugno | L’assurdo e violento “gioco” importato dagli Usa

di Maria Teresa Camarda

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Ko game, colpire uno sconosciuto con un pugno | L’assurdo e violento “gioco” importato dagli Usa

| lunedì 05 Maggio 2014 - 19:07

Si chiama “Ko Game” ed è l’ultima, terribile, violenta, “moda” importata dagli Stati Uniti. Ecco come descriverlo in poche parole: si prende un passante qualsiasi e si aggredisce alle spalle, a sorpresa, vigliaccamente, e si colpisce a pugni sulla nuca prima di darsi alla fuga. Le vittime di queste aggressioni – vorremmo non doverlo più chiamare “gioco” – rimangono a terra, sopraffatte e non possono nemmeno sperare di avere presto giustizia, perché è difficilmente denunciabile chi non si conosce e chi non si ha nemmeno il tempo di vedere in volto.

Casi di Knockout (questo il nome per esteso) si sono registrati già a Roma, soprattutto nel quartiere di Trastevere, ma negli ultimi giorni quattro persone sono state colpite anche nel Biellese, in Piemonte. L’ultima nel paese di Cossato, ai danni di un ragazzo di 21 anni che, appena uscito da una discoteca è stato colpito mentre raggiungeva la sua auto. Tanta la rabbia e la paura dei cittadini. Anche perché, come sempre accade con le imitazioni, molti non sanno quali sono le “regole” e invece di colpire alla nuca, colpiscono in volto, all’addome, alle gambe.

Proprio come è successo a Matteo Revolon, vittima a Biella di una di queste aggressioni, che, indignato e ancora sotto choc per quanto gli è capitato, ha raccontato la sua storia sul suo profilo Facebook e ha pubblicato le foto dei lividi e delle contusioni che gli ha lasciato una combriccola di ragazzi di cui è riuscito soltanto a riconoscere una “gentile donzella”.

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“Dopo alcuni giorni dal fattaccio, ho pensato di pubblicare queste foto. Ecco cosa ti può veramente succedere camminando tranquillamente per le strade della nostra bella e tranquilla Biella. Dobbiamo essere tutti consapevoli – scrive – che in giro per le nostre strade c’è gente che può uccidere. Amici e non, fate attenzione quando siete in giro e restiamo uniti, perché queste cose non devono più succedere. A me è andata bene e posso raccontarlo, ma dobbiamo aspettare che ci scappi il morto?”.

In difficoltà le forze dell’ordine, perché le aggressioni non sono facilmente prevedibili, possono avvenire dappertutto e mettere ko chiunque.

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