Liberati dopo otto giorni gli osservatori militari dell’Osce da parte dei filorussi. Intanto Kiev stringe l‘assedio su Sloviansk, roccaforte della protesta separatista.
Il rilascio dei sette ispettori dell’Osce e dei 4 militari ucraini che li accompagnavano è avvenuto grazie alla mediazione sul posto di Vladimir Lukin, inviato da Mosca.
La liberazione è stata accolta con soddisfazione dalle capitali europee e dallo stesso segretario di Stato Usa John Kerry, che tuttavia ha sollecitato Mosca ad andare oltre: “è un passo avanti, ma ci sono altre cose che debbono essere fatte per far abbassare la tensione”, ha commentato da Kinshasa (Congo).
Serghiei Lavrov, capo della diplomazia russo, ha invitato gli Usa “ad usare tutta la loro influenza per costringere” Kiev “a cessare immediatamente le azioni belliche nelle regioni sud-orientali ucraine”, una “operazione punitiva che sta sprofondando il Paese in un conflitto fratricida”.
Intanto il bilancio degli scontri diventa ancora più pesante. Ancora 5 morti e 12 feriti tra le forze ucraine, 15 vittime tra i ribelli, 4 miliziani e 11 civili. Un bilancio che si somma ai 42 morti e agli oltre 100 feriti degli scontri e soprattutto dell’incendio a Odessa, sul Mar Nero, di cui Kiev e Mosca si ritengono vicendevolmente responsabili.