Il piano comunale Gesip non funziona e 1.700 operai rischiano il loro lavoro, sia pur precario, già dall’estate ovvero da quando scadrà l’ultima proroga alla cassa integrazione.
Partiranno a fine maggio le lettere di licenziamento collettivo per i 1.700 dipendenti della partecipata del Comune di Palermo che, di fatto, è inattiva ormai da un anno e mezzo. Sono infatti arrivate ai sindacati di riferimento le lettere ufficiali per la convocazione dei tavoli che aprono la procedura di licenziamento collettivo.
Non è la prima volta che questa procedura viene annunciata anche se fino ad ora la si è sempre stoppata prima che arrivasse a compimento. Ma stavolta la situazione sembra più complessa rispetto al passato.
Gli operai della Gesip si occupano di servizi di pulizia, giardinaggio, assistenza negli uffici e nelle scuole e strutture comunali varie e così via. Sono complessivamente 1.700.
Per loro il Comune, la Regione, l’Inps ed il Ministero hanno messo in campo una strategia senza precedenti: cassa integrazione in deroga nonostante si tratti di lavoratori di una controllata pubblica e integrazione al reddito attraverso l’assegnazione di opere di interesse comunale per un numero di ore compatibili con la cassa integrazione. Una strategia che ha funzionato poco e male e che ha portato i lavoratori in piazza spesso.
Il successivo piano per uscire dall’impasse prevedeva incentivi all’esodo e riassorbimento nelle altre partecipate per gruppi di lavoratori. Ma all’esodo hanno aderito un centinaio non di più e i conti non tornano.
Per i 1.600 rimanenti la cassa integrazione scadrà il 30 giugno mentre le integrazioni al reddito non sono praticamente mai partite. Per questo gli amministratori, non avendo soldi in cassa, avviano le procedure di licenziamento collettivo.
I tempi di legge per le procedure, però, coincidono con la campagna elettorale per le europee e questo potrebbe garantire un interessamento della politica. Ma se anche la cassa integrazione scattasse nuovamente si tratterebbe, quasi certamente, dell’ultima proroga possibile.
Dalla prossima settimana c’è da aspettarsi il ritorno in piazza di questi lavoratori.