Un’ipotesi allarmante quella lanciata dall’Agenzia Europea del Farmaco: ci sarebbero le mani della Camorra anche sul mercato dei farmaci antitumorali. Farmaci venduti dopo la contraffazione o dopo essere stati rubati in giro per l’Europa. L’allarme sta gettando il panico tra le persone affette da tumore e tra gli addetti del settore perché questi farmaci falsi potrebbe rendere le cure contro il cancro inefficaci quando non addirittura letali.
Il Wall Street Journal ha pubblicato un’intervista al direttore dell’Agenzia del Farmaco italiana, Domenico Di Giorgio, secondo il quale, da mesi l’organizzazione criminale sta lucrando ai danni dei pazienti. Grandi case farmaceutiche come Roche, Johnson & Johnson, Lilly si stanno mobilitando contro questi furti e contraffazioni, e stanno collaborando con magistrati e forze dell’ordine in tutta Europa, per risalire all’origine di questi episodi.
Tra i farmaci rubati ci sarebbero l’Herceptin (Roche), indicato per il trattamento del carcinoma mammario e gastrico, apparso, contraffatto, nel Regno Unito, in Germania e in Finlandia, dopo il furto in Italia: al posto del suo ingrediente attivo, un antibiotico. Ma anche altri antitumorali sarebbero finiti nel mirino della mafia, come l’Alimta (Eli Lilly) e il Remicade (Johnson & Johnson e Merck).
Secondo quanto è emerso dai primi accertamenti i principi attivi dei farmaci sarebbero stati modificati diluendoli in più fiale o sostituendoli con altre sostanze più economiche. Un’operazione che comporterebbe grandi guadagni a discapito della salute di chi soffre.
Nel Regno Unito, un flacone di un farmaco anti-tumorale può costare fino a 400 sterline, circa 675 dollari. Le fiale rubate potrebbero essere state manipolate, diluite. Il principio attivo, rimosso e sostituito con un antibiotico a basso costo. Oppure, il farmaco che è stato rimosso potrebbe essere stato rivenduto a un prezzo più alto.
I furti sono avvenuti in diversi Paesi, compresa l’Italia, nell’arco degli ultimi mesi. Un’inchiesta ha stabilito che le azioni criminali non sarebbero isolate, ma che rientrerebbero “nell’opera di reti altamente organizzate”, ha dichiarato Domenico Di Giorgio al Wall Street Journal. “Il crimine organizzato è certamente coinvolto c’è una struttura centrale apparentemente con sede in Italia che commissiona furti di medicinali negli ospedali” ha dichiarato Di Giorgio.