“Per la politica ho un grande rispetto, la seguo dall’esterno con attenzione. Il mio posto è nelle aziende ma, nella vita, non si può mai escludere nulla”. Così Marina Berlusconi in una lunga intervista pubblicata sul Corriere della sera ha parlato a tutto tondo del suo rapporto con il padre e di una sua possibile partecipazione attiva alla vita politica.
Subito un’aperta difesa nei confronti del padre. “Le condanne senza prove e le calunnie più assurde sono riuscite a fare ciò che in una democrazia spetta alla battaglia politica: scalzare un leader regolarmente eletto. Non si vuol chiamarli ‘colpi di Stato’? Li si chiami come si vuole, ma così sono andate le cose. Ha subito in 20 anni una persecuzione giudiziaria senza precedenti”.
Marina parla anche dell’attuale premier: “Un libro non si giudica dalla copertina. Renzi si è presentato bene. Più che il nuovo che avanza, a me il premier sembra il nuovo che arretra”. La presidente di Mondadori critica il presidente del Consiglio: “Giusto creare un clima di ottimismo e fiducia, ma attenzione: più forti sono le aspettative, più gravi saranno i danni se alle promesse non seguiranno i fatti. Purtroppo è quello che sta succedendo, al di là del fumo alzato con i tweet, le slide, qualche pesciolino rosso in più e qualche auto blu in meno”.
E incalza: “Misure come il decreto ’80 euro’ sono spese elettorali e non investimenti per la crescita. Posto che si trovino le coperture, quei soldi, oltre 20 miliardi in due anni, potevano essere usati in modo molto più efficace”.
“Il progetto politico di Forza Italia prevede un Paese – continua Marina Berlusconi – dove lo Stato sia al servizio dei cittadini e non viceversa, le libertà e i diritti individuali valgano davvero per tutti, dove la magistratura non assuma compiti che non le spettano, dove cittadini e imprese non siano soffocati da tasse e burocrazia”.
L’alternativa a Forza Italia, continua la presidente di Mondadori, non è neppure “chi è alla perenne ricerca del quid”. Il giudizio della primogenita del leader di Forza Italia su chi ha lasciato gli azzurri, come Alfano, Bonaiuti e Bondi, è netto: “Queste persone hanno innanzitutto tradito se stesse e la propria storia. Consegnandoci una granitica certezza: l’unica cosa in cui sono grandi è la mediocrità”.