Dopo un acceso dibattito sulla Formazione professionale all’Ars, l’assessore al ramo Nelli Scilabra prende una lunga relazione e presenta al Parlamento regionale (e ai siciliani) quelli che sono secondo lei i risultati raggiunti dal giorno del suo insediamento. “Nonostante il non lungo lasso di tempo trascorso – ha iniziato – posso affermare, senza timore di smentita, di avere avviato e in parte già realizzato un percorso politico amministrativo di riforme rilevanti che stanno incidendo in modo significativo in un settore particolarmente sensibile, quale è quello della Formazione professionale, e che hanno determinato una netta inversione di tendenza rispetto alle politiche praticate nel passato che hanno spesso prodotto inefficienze, sprechi, inadempienze nonché uno sviamento dell’azione dell’Assessorato dalla sua funzione tipica”.
“Ho attivato sin da subito un processo di riforma radicale e complessivo, sia per moralizzare il settore sia per collocarla tra l’istruzione e il mercato – ha detto Scilabra rivolgendosi al Parlamento. – Si è abbandonata e lasciata alle spalle la vecchia via della formazione assistenza assolutamente non utile alla nostra terra che ha prodotto esclusivamente in questi anni corsi ripetitivi e disarticolati non programmati dall’amministrazione, gestiti spesso senza le necessarie competenze e con un uso talvolta, purtroppo, distorto del denaro pubblico. Si è puntato ad una formazione di qualità, innovativa e transnazionale, che coniughi sviluppo a legalità, una formazione che dia ai giovani siciliani effettive competenze spendibili nei mercati internazionali, che imponga standard professionali adeguati, una formazione legata con il territorio e che ne costituisca strumento per il suo sviluppo. Una formazione quindi sostenibile che sia volano di crescita economica ed occupazionale che sia in grado di dare risposte efficaci all’emergenza occupazionale che stiamo vivendo in questo periodo di grave recessione, rinnovata e collegata saldamente al mondo del lavoro”.
Soffermandosi sulla revisione dei criteri di accreditamento degli enti professionali, l’assessore Scilabra ha fornito alcuni numeri. Gli enti accreditati, in via provvisoria o definitiva, erano 1.928 per un totale di sedi operative accreditate pari a 2.504. Con il nuovo sistema sono pervenute 701 istanze, 670 per adeguamento vecchio accreditamento e 31 nuove pratiche; di queste 701, 385 sono state già valutate: 26 (6,7%) con esito positivo ed in attesa di decreto, 359 con esito negativo e richiesta di integrazione, le rimanenti 316 pratiche sono in fase di valutazione. “Non posso tuttavia non rilevare che proprio in questi giorni è stato indetta una manifestazione dei sindacati – ha sottolineato – che vogliono una formazione che prescinda dalla presenza degli enti di formazione”.
Poi ha parlato dei controlli. “Sono state disposte ispezioni a salvaguardia dell’utilizzo corretto del denaro pubblico e della sua destinazione per le finalità previste nei decreti di finanziamento, ivi compreso il pagamento delle retribuzioni dei lavoratori, o per garantire il rispetto del blocco delle assunzioni disposto dall’amministrazione nei confronti degli enti formativi”. E “al fine di moralizzare il sistema della formazione professionale e garantirne l’affidabilità, si è proceduto alla revoca dell’accreditamento a oltre 200 enti o perché di fatto non più operanti o perché non davano garanzie in ordine alla affidabilità, anche morale, taluni dei quali coinvolti in inchieste giudiziarie”. “In tutti quei casi in cui dagli atti processuali sono emersi a carico degli enti e dei loro rappresentanti o soci comportamenti che avrebbero potuto esporre l’amministrazione ad un significativo danno sia patrimoniale sia non patrimoniale ci si è costituiti parte civile – ha aggiunto l’assessore. – Si sono rafforzate le cautele antimafia nei procedimenti finalizzati all’attivazione di processi formativi e si è definita una strategia di contrasto ad un uso distorto delle risorse pubbliche e alle infiltrazioni malavitose attraverso l’adozione di ulteriori misure di legalità oltre a quelle già imposte dalla legge, aventi una funzione spiccatamente cautelare e preventiva di contrasto quale l’obbligo della sottoscrizione di patti di integrità che è stato imposto agli enti di formazione sia per accreditarsi sia per svolgere attività formativa per conto dell’amministrazione regionale”. Inoltre, ha ricordato il protocollo con la Guardia di Finanza “che prevede l’impegno dei Comandi provinciali nelle attività di verifica sulle attività finanziate ai privati con risorse pubbliche, anche a valere sui fondi strutturali FSE relativi al periodo di programmazione 2007-2013”.
“Ritengo – ha replicato l’assessore a una mozione sulle garanzie per gli operatori del settore – gli operatori della formazione professionale i principali attori del settore e quindi qualsiasi processo di riforma non può prescindere da una reale tutela dei loro diritti”. “La mia gestione ha determinato il reingresso nel mondo del lavoro di operatori che ne erano fuoriusciti. Ho voluto reintrodurre tutte le garanzie previste dalle leggi regionali vigenti a favore dei lavoratori eliminate di fatto dai precedenti governi – ha sottolineato. – In particolare, per la prima volta dopo anni, tutti gli enti gestori di attività formative, per la partecipazione all’annualità formativa 2013-2014, sono stati obbligati, pena il mancato finanziamento dei percorsi a creare un conto corrente dedicato per le spese del personale accompagnato dall’adozione di sistemi volti ad imporre agli stessi enti il pagamento mensile delle retribuzioni ai lavoratori, a reclutare il personale da impiegare nelle attività formative dall’Albo degli operatori della formazione professionale in corso di aggiornamento”. Inoltre “è stato imposto agli enti di destinare almeno l’80% del finanziamento alle spese del personale raggiungendo così il duplice scopo di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e di ridurre al contempo le spese di gestione degli enti”. “Al fine di assicurare pagamenti ai lavoratori e la possibilità di attivare percorsi di riqualificazione – ha proseguito – è stato anche per l’annualità corrente finanziato il Fondo di garanzia impinguando il competente capitolo di bilancio con la somma di 2 milioni e 790 mila euro”.
Dai controlli effettuati finora, l’assessorato alla Formazione ha cancellato dall’albo degli operatori 1.007 persone. “A seguito dell’esame delle circa 9.000 istanze pervenute, si è proceduto alla formale istituzione dell’Albo contenente 8.339 operatori – ha spiegato. – A garanzia dei principi di trasparenza ho disposto l’espletamento dei controlli sui dati autodichiarati. Per una maggiore efficacia dei controlli l’amministrazione si è avvalsa di un sistema di incrocio dei dati forniti, rispettivamente, dall’Agenzia delle Entrate, dall’Inps, dalle comunicazioni obbligatorie datoriali”. Sono stati esaminati tutti i certificati giudiziari “al fine di verificare la sussistenza dei requisiti morali previsti dall’art. 14 della l.r. 24/1976: immunità di condanne penali, godimento dei diritti civili e politici.
“Dagli accertamenti effettuati, sono emerse presunte irregolarità su 1.007 unità di personale e riguardanti la sussistenza dei requisiti sia di ordine professionale (assunzione a tempo indeterminato entro il 31.12.2008) sia di ordine morale (art. 14 l.r. 24/1976)”, ha rivelato l’assessore. Nel dettaglio 311 sono state le istanze per le quali si è rinvenuto un contratto a tempo determinato; 391 sono state le assunzioni avvenute oltre il 31 dicembre 2008; 244 gli esclusi per mancanza dei requisiti morali; 24 i soggetti dimissionari, 85 gli esclusi per incompletezza della domanda presentata. “L’istruzione delle pratiche concernenti l’esclusione dei soggetti dall’albo sono ancora in itinere – ha aggiunto Scilabra – e sono portate avanti dall’amministrazione procedente nel pieno rispetto del contraddittorio con le parti interessate. Infatti tutti i soggetti per i quali è emersa una ragione determinante ai fini dell’esclusione dall’albo verranno ritualmente avvisati con preavviso di rigetto dell’istanza ai sensi dell’art. 10 bis l. 241/90, con il contestuale invito a presentare le proprie controdeduzioni (segnatamente, idonea documentazione attestante lo status di dipendente del settore della formazione professionale assunto a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2008). Entro giugno verrà definito l’intero procedimento. Poi si procederà alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
“Al fine di riqualificare e ristrutturare il sistema della formazione professionale – ha concluso l’assessore Scilabra – sono in corso di definizione di concerto con il ministero del Lavoro una serie di interventi anche incentivanti, nell’ambito del quadro normativo vigente, per favorire la fuoriuscita volontaria degli operatori dal settore”.
Visualizza Commenti
Chissà chi glielo ha scritto! L'ha anche letto male!
al solito numeri numeri numeri, la maggior parte fasulli... messi a vanvera...
I lavoratori attendono ancora l erogazione del 30% dell avv.20 .....non capisco come siano tutelati senza percepire gli stipendi per più di un anno.
I sindacati non chiedono la cancellazione degli enti , ma la salvaguardia di quelli in regola e già accreditati e il regolare pagamento delle spettanze.
Zara ancora difendi gli enti che si sono fatti i fatti loro. Gli enti debbono chiudere come dicono cgil e cisl e i lavoratori del settore riqualificati e inseriti in un piano di formazione seria dove non ci siano padroni che lucrano e schiavi che servono!.