Ena Pietrangelo è ancora in prognosi riservata: la donna che domenica pomeriggio ha tentato di salvare sua figlia dal rogo appiccato dal padre della bimba in una macchina, ha riportato ustioni sul 45% del corpo. La piccola di appena 5 anni è morta insieme al padre ma la testimonianza della donna è fondamentale per capire cos’è successo in via Lago di Chiusi a Pescara, quando Gianfranco Di Zio ha compiuto il gesto estremo coinvolgendo anche la piccola Neyda.
Padre e figlia sono morti carbonizzati nella Peugeot blu, dove erano seduti sul sedile posteriore: Ena è sopravvissuta a un pomeriggio di tragedia. L’uomo era stato denunciato dalla sua convivente per maltrattamenti in famiglia: poteva vedere Neyda solo un’ora a settimana alla presenza delle operatrici sociali del Comune, come stabilito dal Tribunale dei minori. Forse però, la madre permetteva alla piccola di vedere il papà anche al di fuori degli incontri protetti. Indaga il pm Andrea Papalia.