“Uno sconcertante quadro della vita privata di vari soggetti coinvolti nella vicenda, dalle ragazze sino all’allora presidente del Consiglio”. È quanto emerge dalle motivazioni della sentenza di condanna dell’avvocato Salvatore Castellaneta, sentenza stralcio del processo “Escort”, emessa con rito abbreviato il 10 dicembre scorso. Induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione sono i reati per i quali è stato condannato.
Il gup del tribunale di Bari, Ambrogio Marrone, ha ricostruito, attraverso l’utilizzo di stralci di intercettazioni, verbali di interrogatorio e dettagli delle spese sostenute da Gianpaolo Tarantini, le “boccaccesche nottate” che Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio, si era concesso con le ragazze della scuderia di Tarantini tra il settembre 2008 e il maggio 2009.
Tra le 26 ragazze reclutate per partecipare alle serate spuntano anche i nomi di Manuela Arcuri e Sara Tommasi. Marrone parla di “uno sconcertante quadro della vita privata di vari soggetti coinvolti nella vicenda, dalle ragazze sino all’allora presidente del Consiglio che, al di là di una formale apparenza di cene eleganti, dissimulava una fiorente attività di esercizio della prostituzione”.
Il gup descrive una “situazione di mercimonio del corpo femminile e la considerazione delle donne come semplici oggetti suscettibili di commercio a scopo sessuale”. In poche parole quella costituita da Gianpaolo tarantini era una vera e propria “agenzia di reclutamento per prestazioni di servizi, poi rivelatesi di tipo sessuale” con Silvio Berlusconi “utilizzatore finale con l’abitudine di retribuire le ragazze con cui si intratteneva”.