Botta e risposta tra Michele Costa e Marco Travaglio. Il figlio del procuratore di Palermo Gaetano Costa, ucciso dalla mafia nel 1980, ha accusato il giornalista di contumelie e insinuazioni dei confronti del professor Giovanni Fiandaca, neo candidato alle elezioni Europee in quota Pd. “Vi sono persone che ritengono di essere depositarie della verità assoluta e che reagiscono a qualsivoglia diversa opinione con le contumelie. Marco Travaglio fa parte di questa categoria e certamente lo ha dimostrato con il suo intervento nell’ultima puntata di Servizio pubblico”, ha affermato Costa “Lasciandosi andare a una serie di contumelie e insinuazioni nei confronti di una persona, il professor Giovanni Fiandaca, che motivatamente aveva dissentito da sue personali idee peraltro fondate su ricostruzioni palesemente errate”
“Sarebbe troppo lungo sottolineare i suoi errori – aggiunge Costa – che fra l’altro Travaglio potrebbe facilmente rilevare da una più approfondita lettura del pregevole scritto di Fiandaca, ‘La mafia non ha vinto’, recentemente pubblicato. Ci potrebbe bastare che evitasse di ricorrere alle contumelie che certamente fanno audience ma altrettanto certamente offendono la sua e le nostra intelligenza”.
“Per quanto mi riguarda – conclude Costa – vorrei solo proporre qualche interrogativo: alla base della lunga stagione dei ‘pentiti’ non vi fu sostanzialmente una trattativa per la quale lo Stato rinunziava alla pretesa di punire i colpevoli, anche di mostruosi delitti, in cambio di una verità parziale e spesso non genuina? Cos’è quella cosa per cui si rinuncia a fare parlare un testimone perche’ non ritiene che lo stato sia ‘pronto’? Come possiamo non ricordare che tutti, proprio tutti i delitti politici sono rimasti senza colpevoli eccezion fatta per qualche esecutore materiale?”.
La replica di Travaglio non si è lasciata attendere. “Non sono quali contumelie abbia sentito uscire dalla mia bocca nei confronti di Fiandaca il signor Costa, ma soprattutto non so quale film abbia visto giovedì mentre andava in onda Servizio Pubblico”.
“Costa è liberissimo di giustificare la trattativa Stato-mafia – contrattacca il giornalista – come fa Fiandaca nel suo libro, e di pensare che la mafia si combatta trattando con la mafia. Auguri a lui e al candidato Fiandaca per una radiosa carriera politica”.