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Confartiginiato Sicilia attacca i Comuni | “Solo il 3% ha registrato i debiti nei confronti delle imprese”

Soltanto il 3% dei Comuni siciliani ha registrato i propri debiti nei confronti delle imprese nella piattaforma elettronica del ministero dell’Economia. Questa registrazione equivale ad una certificazione che consentirebbe alle imprese di avere accesso al credito bancario, e rappresenta l’unica alternativa per sopperire alle omissioni degli enti locali che, secondo la legge, dovrebbero pagare i loro debiti entro 30 giorni dall’emissione della fattura.

È questa la denuncia di Confartigianato Sicilia, a pochi giorni dalla scadenza dei termini. I Comuni, infatti, entro il 30 aprile, secondo quanto previsto dal decreto legge 35/2013, devono comunicare l’elenco completo dei debiti certi, maturati al 31 dicembre 2013 e non ancora estinti.

“Vorremmo capire – s’interroga Filippo Ribisi, presidente di Confartigianato Sicilia- perché le amministrazioni comunali si ostinano a non adempiere ai propri doveri. Perché nessuno paga per le inadempienze effettuate dal pubblico nei confronti delle aziende e dei cittadini? Se i lavoratori delle imprese oggi soffrono e non percepiscono regolarmente gli stipendi- prosegue Ribisi – se molte imprese rischiano di chiudere, parte della responsabilità è anche di chi, nel settore pubblico, si può permettere di non fare il proprio dovere”.

“È giunto il momento di porre rimedio alle inefficienze, laddove esistono, della pubblica amministrazione, senza con questo fare inutili cacce alle streghe. E’ necessario che tutti facciano la propria parte, viceversa qualsiasi legge nata per avere effetti positivi sull’economia sarà vanificata. Confartigianato- conclude il presidente della Federazione degli artigiani- invita i politici ma anche tutti i burocrati responsabili ad impegnarsi affinché gli adempimenti richiesti facciano velocemente il loro corso”.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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