Minorenni malati di gioco. È questo il quadro inquietante dei ragazzini sotto i 18 anni che ha fornito un’indagine realizzata in Italia sul gioco d’azzardo nei minori, promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paido’ss) e presentata in anteprima durante l’International Pediatric Congress on Environment, Nutrition and Skin Diseases, a Marrakech.
Ormai non si passa più il tempo a scambiarsi le figurine o ad aspettare le feste per tirare fuori la tombola o il mercante in fiera. Adesso ad attirare i ragazzi, sempre più giovani, sono i rumori, le luci e le false speranze dei videopoker e delle slot-machine. Ma anche l’illusione di una vittoria istantanea con i gratta e vinci e le innumerevoli giocate del lotto.
Più di 800 mila ragazzini italiani fra i 10 e i 17 anni giocano d’azzardo, addirittura 400.000 bimbi fra i 7 e i 9 anni hanno già scommesso la paghetta su lotterie e bingo. Sono questi i dati allarmanti diffusi dai pediatri che puntano il dito soprattutto verso quei genitori che fanno finta di non accorgersi che il loro figlio sta sviluppando una dipendenza.
Stando ai dati raccolti, il 90% dei genitori infatti non ha idea di che cosa significhi il termine ludopatia e in più della metà delle famiglie i computer di casa non hanno filtri che impediscano ai bambini e ai ragazzi di accedere ai siti per il gioco online vietati ai minori, così la malattia delle scommesse si sta insinuando fra i giovanissimi che spesso iniziano chiedendo di giocare a mamma e papà (48%) oppure a chi incontrano nei pressi delle sale gioco (34%).
Un pericolo sociale che i pediatri della Società Italiana Medici Pediatri (SIMPe) vogliono arginare attraverso la prima campagna di sensibilizzazione nazionale contro le ludopatie nei minorenni “Ragazzi in gioco”: attraverso corsi dedicati ai pediatri e agli studenti nelle scuole si comincerà finalmente a parlare di dipendenza dal gioco, dei suoi sintomi e delle sue terribili conseguenze.
L’indagine, condotta da Datanalysis intervistando 1000 genitori di ragazzini fra i 10 e i 17 anni, mostra chiaramente che il gioco d’azzardo è una minaccia concreta per i giovanissimi: il 35% degli adulti conosce ragazzini che frequentano sale giochi e in un caso su tre vi ha incontrato minori, dai quali peraltro ha ricevuto la richiesta di giocare al loro posto per eludere i divieti che impediscono alcune tipologie di scommesse a chi non è maggiorenne.