Un video registrato durante una traversata e un sms in cui si segnala in arabo un pagamento elettronico per quasi 15mila euro per l’avvenuto approdo. Sarebbero questi gli elementi che hanno permesso alle forze dell’ordine di arrestare un marocchino di 19 anni e un tunisino di 26, ritenuti gli scafisti dell’imbarcazione soccorsa al largo del Canale di Sicilia con 395 persone arrivate ieri con una nave militare a Pozzallo, in provincia di Ragusa.
Determinanti anche le testimonianze raccolte dagli investigatori che hanno ascoltato i racconti dei siriani e degli eritrei approdati nei giorni scorsi. Proprio la diversa nazionalità dei fermati, diversa rispetto agli altri migranti, è stato un altro elemento sul quale si sono concentrati gli agenti della squadra mobile di Ragusa.
Fondamentale l’acquisizione di un video girato con uno smartphone da parte di uno dei migranti dove viene ripreso il giovane magrebino mentre è al timone del peschereccio e dà ordini in arabo ai passeggeri. Nel filmato si sente anche il giovane parlare in italiano per chiedere aiuto alla nave che li ha soccorsi nel Canale di Sicilia.
Uno dei due arrestati è stato trovato in possesso di centinaia di euro e sul suo telefonino è stato ritrovato il messaggio in cui si segnalava la transazione bancaria: si tratta di una novità rispetto al passato quando gli scafisti portavano addosso ingenti somme di denaro. Secondo gli investigatori, le organizzazioni che si occupano degli sbarchi avrebbero compreso che i sequestri sono una grave perdita ed hanno scelto di pagare con transazioni elettroniche per scongiurare il problema.
I due nordafricani sono stati identificati e dagli accertamenti in banca dati in uso alle Forze di Polizia, vantava numerosi precedenti penali ed altri ingressi irregolari in Italia. La polizia di Stato, la guardia di Finanza ed i carabinieri stanno ancora continuando le indagini per gli altri sbarchi avvenuti sulle coste di Pozzallo, mentre nelle prossime ore sono stati segnalati ulteriori migranti in arrivo.
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