Sei scafisti che pilotavano imbarcazioni di immigrati soccorse nei giorni scorsi al largo della Sicilia nell’ambito dell’operazione “Mare nostrum” sono stati consegnati alle forze dell’ordine dall’equipaggio della fregata “Aliseo” della Marina militare. Sale così a 88 il numero dei trafficanti di esseri umani finora fermati nel corso dell’operazione.
Proprio ieri sera, la polizia di Stato di Ragusa aveva fermato due cittadini tunisini sospettati di essere i responsabili della traversata di 191 persone, di cui 125 adulti, 55 donne, 11 minori, tutti sedicenti eritrei. La polizia di stato aveva individuato i due sospettati sin dai primi momenti dello sbarco al porto di Pozzallo. E ieri grazie alla testimonianza dei migranti è stato possibile raccogliere elementi di prova a carico dei due tunisini condotti nel carcere di Ragusa.
I testimoni, dopo aver fornito un’attenta descrizione dei responsabili dell’organizzazione criminale, indicavano senza alcun dubbio coloro che avevano condotto l’imbarcazione. “È chiaro – scrive in una nota il commissario capo della Polizia di Stato di Ragusa, Antonino Ciavola – che questi elementi fanno parte di una complessa associazione a delinquere gravitante in Libia ed in altri paesi africani che da anni organizzano questi viaggi ed assoldano come scafisti chiunque abbia la spregiudicatezza di affrontare il mare a scopo di lucro”.
Dall’esame dei telefoni cellulari sottoposti a sequestro, è stato possibile esaminare le conversazioni dei due scafisti con il resto dell’organizzazione ed i due criminali hanno percepito quasi 20.000 euro attraverso una transazione elettronica. “Anche le organizzazioni straniere si stanno evolvendo – continua Ciavola – al fine di eludere i controlli della Polizia. In passato gli scafisti erano coloro che venivano trovati in possesso di ingenti somme di denaro, oggi, hanno compreso che i sequestri per loro erano una grave perdita ed hanno scelto di pagare con transazioni elettroniche per scongiurare il problema”.