Il governo incassa la fiducia in Aula alla Camera sul dl Lavoro con 344 sì. I voti contrari sono stati 184, con 528 presenti e votanti e una maggioranza di 265 voti. L’esecutivo del primo ministro Matteo Renzi aveva scelto di blindare il testo con la richiesta della fiducia dopo le critiche della sua stessa maggioranza, in particolare del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e di Scelta civica.
Poi, dopo un vertice di maggioranza d’urgenza, l’accordo: voto sì alla Camera, con l’intenzione di apportare “piccoli ritocchi” al testo durante l’esame al Senato. “Il Nuovo Centrodestra – afferma Renato Schifani, senatore del Nuovo Centrodestra – per senso di responsabilità ha votato alla Camera la fiducia al dl sul Lavoro, ma, in seconda lettura al Senato, sarà necessario trovare un punto di mediazione per introdurre modifiche necessarie a dare al Paese un provvedimento che possa maggiormente incentivare le assunzioni, che sia utile alle imprese ed ai lavoratori e che, quindi, permetta di dare una soluzione valida alla questione non più rinviabile dell’occupazione”.
“La commissione Lavoro di Palazzo Madama – afferma il capogruppo Ncd al Senato, Maurizio Sacconi – svolgerà una seconda lettura approfondita del decreto Lavoro per la quale ho incaricato il senatore Pietro Ichino di svolgere la funzione di relatore. Sarà mia cura garantire che i lavori si svolgano in tempi utili a che il Senato possa compiere le eventuali modifiche garantendo altresì la conversione del decreto legge nei tempi previsti”.
Il governo ha dunque tenuto, nonostante i mal di pancia interni. “Sono certo – conclude – che la maggioranza saprà operare una sintesi al proprio interno, aperta a recepire i contributi positivi delle stesse opposizioni”. Domani a Montecitorio in programma il voto finale sul testo.