Gli atti relativi ad alcune delle stragi che hanno insanguinato il Paese negli ultimi cinquant’anni sono stati declassificati con una direttiva firmata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna, rapido 904. Tutti gli atti relativi a queste vicende saranno fruibili e consultabili da storici, giornalisti, e da qualsiasi cittadino lo richieda.
“Uno dei punti qualificanti della nostra azione di governo è proprio quello della trasparenza e della apertura – ha detto il premier -. In questa direzione va la decisione di oggi che considero un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune”.
Renzi ha poi pubblicato sul suo profilo Twitter la foto della direttiva da lui stesso firmata.
Abbiamo ‘declassificato’ i documenti su alcune delle pagine più oscure della storia italiana pic.twitter.com/pisMLOurk1
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 22 Aprile 2014
In questo modo, come spiega una nota di Palazzo Chigi, le carte classificate in possesso di tutte le amministrazioni dello Stato verranno versate anticipatamente, senza dover attendere i 40 anni previsti dalla legge prima di poter destinare un’unità archivistica all’Archivio centrale.
“Con l’atto odierno – ha osservato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Marco Minniti – trova concreta applicazione la legge 124/2007 in un aspetto rilevante come quello del riconoscimento degli archivi dell’intelligence come patrimonio a disposizione degli studiosi, del mondo dell’informazione e di tutti i cittadini”.
Questa azione però non vuole essere una sponda verso la ricerca di verità giudiziarie. Quanto un aiuto nella ricostruzione storica di questi ultimi anni. “I procedimenti sono tutti conclusi – ha spiegato Minniti – quindi non può di certo servire a questo. Però potrà avere una grande importanza a livello storico-politico. Il percorso incomincerà immediatamente, dalla pubblicazione della direttiva in Gazzetta Ufficiale, e richiederà dei mesi perché sia completato: la mole dei documenti è imponente e nella stragrande maggioranza si tratta di documenti classificati come riservati”.
Dal Movimento Cinque Stelle si leva contraria la voce di Beppe Grillo che parla di “balle” raccontate dal premier in quanto il “segreto di Stato non esiste sulle stragi e quindi nessun documento è mai stato negato ai magistrati”.
“L’abbiamo smascherato in mezzo secondo – tuona Grillo dal suo profilo Facebook -. Le carte di cui parla Renzi sono già desecretate e in molti casi già consultabili”.
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