È salito 104 il numero delle vittime accertate del naufragio del traghetto Sewol avvenuto mercoledì scorso al largo delle coste meridionali della Corea del Sud con 476 persone a bordo.
Dopo quasi una settimana da quel terribile giorno mancano ancora all’appello 198 persone mentre ne sono state tratte in salvo 174.
Sono stati arrestati, insieme al comandante che al momento dell’incidente non si trovava al timone, altri sei membri dell’equipaggio, tra cui il terzo ufficiale, una ragazza di 26 anni con un solo anno di esperienza alle spalle, che stava guidando il traghetto durante la sciagura. L’ottavo arresto è stato effettuato questa mattina: l’ufficiale, identificato come Sohn, è scattato poche ore dopo che l’uomo aveva tentato il suicidio al termine di un interrogatorio.
Durissimo il giudizio della presidente Park Geun-hye: “Gli atti del capitano e di alcuni membri dell’equipaggio sono del tutto incomprensibili e inaccettabili, equivalgono all’omicidio”.
La rabbia dei familiari delle persone scomparse è esplosa durante una conferenza stampa. I parenti hanno chiesto che si accelerino quanto più possibile le operazioni di recupero. Ma anche per i sopravvissuti la situazione non è semplice: secondo i primi accertamenti è stato riscontrato che dovranno convivere per un lungo periodo di tempo con insonnia, forti stati di stress, panico e senso di frustrazione e responsabilità per quanto è successo. In modo particolare, a soffrire saranno gli studenti che hanno visto morire i loro compagni di scuola.