Il cerchio si stringe attorno alle riforme per il governo Renzi. Oggi in aula alla Camera approda infatti il decreto lavoro. Secondo il ministro dell’Economioa Pier Carlo Padoan avrà la funzione di accelerare “il beneficio in termini di occupazione della ripresa che si sta consolidando”. Il titolare dell’Economia lo ha affermato intervenendo a Radio Anch’io. Quanto alla riforma Fornero, per il ministro “non è che non vada più bene, il fatto è che nel frattempo le condizioni recessive da allora sono peggiorate, la ripresa è fragile e stenta a tradursi in più occupazione”.
Poi parlando del decreto Irpef e degli 80 euro: “Il bicchiere è mezzo pieno e pensiamo di riempirlo con il passare del tempo via via che le misure si rafforzano e diventano permanenti e la base che beneficia del taglio si allarga”. Padoan ha sottolineato inoltre che gli effetti “l’operazione richiede qualche mese per essere messa a punto”. Sul fronte del confronto internazionale, ha poi precisato ancora “in gran parte dei casi i manager pubblici sono pagati come proponiamo noi o meno”. In più il tetto deciso dal governo per gli stipendi dei manager pubblici porterà nelle casse dello Stato 40 milioni di euro, ha sostenuto il ministro che ha aggiunto “non si tratta di una cifra preponderante, ma è una questione di segnali perchè tutti devono contribuire”. Quanto al confronto con altri Paesi, secondo Padoan, “in gran parte dei casi i manager pubblici sono pagati come proponiamo noi o meno”.
E in merito a Bankitalia “è un’operazione opportuna visto il distacco che c’era prima tra valori mercati e di libro”. Il ministro dell’Economia ha aggiunto che per le banche “la tassazione sulla rivalutazione lascia un po’ meno di quanto previsto ma è sempre importante”. Quindi “sono convinto che le banche faranno il loro lavoro per dare credito all’economia: è nel loro interesse perché così fanno profitti”.
Sul problema delle risorse per la cassa integrazione in deroga: “Le coperture per gli ammortizzatori sociali si trovano”. “La questione della cassa in deroga – prosegue – è sia quantitativa che qualitativa, fa parte della riforma del mercato del lavoro in discussione”.