La crisi in Ucraina continua ad essere pericolosa. Da un lato c’è lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev, dall’altro gli Stati Uniti che alzano la voce con Putin. Intanto a Sloviansk una sparatoria ha ucciso quattro persone, scatenando l’ira del ministro russo Lavrov: “Kiev non rispetta i patti, il governo ucraino è incapace di controllare gli estremisti”.
“Gli Stati Uniti dovrebbero assumersi la responsabilità del potere che hanno installato a Kiev, invece di imporre l’ultimatum a Mosca”, ha tuonato poi Lavrov. Da Washington infatti il portavoce del Dipartimento di Stato ha annunciato su Twitter che sarebbero pronte alcune “sanzioni dirette contro Putin”. Una soluzione estrema utilizzata in passato contro dittatori del calibro di Saddam Hussein.
I toni dunque continuano ad essere accesi. Un episodio simbolo di questa escalation di tensione è l’aggressione da parte di un deputato russo nei confronti di una cronista parlamentare solo per aver chiesto delucidazioni sulla situazione in Ucraina. E il presidente ucraino Turchynov accusa Putin di voler “distruggere l’Ucraina indipendente” per timore che il paese sia “un esempio per molti stati post-sovietici”.
Intanto Joe Biden, vice presidente degli Stati Uniti, è arrivato a Kiev, per discutere della complessa situazione con i leader del paese già da domani.