Un imprenditore di Gela, Marco Scrivano, di 50 anni, socio di un’azienda metalmeccanica, è stato arrestato dalla polizia in esecuzione di una condanna definitiva a un anno di detenzione domiciliare inflittagli per omessa dichiarazione dei redditi. L’imprenditore non potrà usufruire dell’indulto perché il reato contestato è stato commesso nel 2006 (anno d’imposta 2005) essendo il termine ultimo di presentazione del Modello Unico scaduto il 31 maggio.
L’indulto, invece, viene concesso per i reati commessi fino al 2 maggio del 2006. Inoltre è stata rigettata, quattro giorni fa, dal tribunale di sorveglianza, la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali, avanzata dall’avvocato difensore, Fabrizio Ferrara. L’imprenditore (che ha il permesso di lasciare il proprio domicilio per recarsi al lavoro) si è sempre difeso sostenendo di non aver presentato all’epoca la dichiarazione dei redditi in quanto vantava un rilevante credito d’imposta, mentre aveva regolarmente presentato la dichiarazione Iva.
I suoi familiari hanno annunciato ricorso “perché – dice la sorella – se è vero che la legge è uguale per tutti non possono esserci figli, come Berlusconi, e figliastri, come mio fratello”.