Oltre 80 persone respinte tra ieri e oggi in seguito al divieto di ingresso in Ucraina ai cittadini russi di sesso maschile tra i 16 e i 60 anni, che viaggiano da soli. Il Servizio nazionale di frontiera ucraino ha spiegato che le restrizioni si sono rese necessarie a seguito delle notizie sul “rischio di possibili provocazioni e la minaccia di atti terroristici”.
“Circa 40 persone sono state cancellate dai nostri voli e altrettante da quelli operati dai nostri partner”, ha fatto sapere oggi a Interfax una fonte nelle compagnie aeree che volano sull’Ucraina. Stessi problemi anche con i collegamenti ferroviari. Secondo Gazeta.ru, in 24 ore sono stati respinti 70 russi dai treni, che attraversavano il confine. La maggior parte di loro – stando al sito – sarebbero uomini di età compresa tra i 16 e i 60 anni, ma lo stesso trattamento è stato riservato anche a donne e uomini accompagnati da figli, in teoria esclusi dal divieto.
Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha definito la decisione di Kiev “ostile e discriminatoria”, mentre Mosca ha chiesto che i colleghi ucraini forniscano ulteriori spiegazioni e ha accennato a possibili ritorsioni.
Il bando, per ora, non sembra invece preoccupare le società russe che lavorano nella ex repubblica sovietica. Una fonte dell’agenzia Rbc nella compagnia petrolifera Rosneft (che ha una raffineria a Lisichansk) ha detto che le restrizioni possono essere viste come un “beneficio, che permetterà all’azienda di risparmiare soldi”.
Un’altra fonte in Gazprom ha assicurato che la situazione non pregiudica il business della compagnia energetica in Ucraina, mentre Vladimir Melnikov, proprietario della catena di abbigliamento Gloria Jeans (30 negozi in Ucraina), ha ironizzato ipotizzando che nel Paese saranno inviate manager donne e in casi estremi, uomini vestiti da donna.