La Procura di Roma acquisirà i risultati delle analisi del Dna che hanno consentito di individuare la coppia di genitori che presenta una compatibilità genetica con i due gemellini che sono nel grembo di un’altra donna, per un probabile scambio di provette all’ospedale Pertini.
“Gli ultimi riscontri confermano l’ipotesi sollevata fin dall’inizio dall’ispezione ministeriale: si tratta di uno scambio tra due sole coppie, per un errore umano provocato dalla quasi omonimia dei cognomi di due pazienti e dalla insufficiente qualità delle procedure di sicurezza e tracciabilità”, ha annunciato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
”Che si tratti di uno scambio limitato alle due coppie – continua il ministro della Salute – è stato confermato dagli esami del Dna. Gli ispettori del ministero e del Centro nazionale trapianti, inviati dal ministro della Salute e coordinati dal direttore del Cnt, hanno indicato come aggiornare procedure e standard di sicurezza. Il loro compito è per il momento terminato. Riprenderà tra circa 20 giorni quando si tratterà di verificare se tutto è stato ricondotto a norma per poter dare il permesso al ripristino dell’attività”. ”Nel frattempo – conclude Lorenzin – il Ministero si aspetta che la Regione acceleri il percorso di accreditamento e certificazione dei centri regionali”.
Il fascicolo, all’attenzione del procuratore aggiunto Leonardo Frisani, è sempre senza ipotesi di reato e senza indagati perché il risvolto penale della vicenda continua a essere oggetto di valutazione. La denuncia presentata dall’avvocato Pietro Nicotera, che rappresenta gli interessi di una donna, nella quale l’innesto di embrioni non ha avuto buon esito, e che sospetta di poter essere la madre naturale dei due gemellini, non configura alcun reato e la vicenda stessa appare più ancorata ad aspetti civilistici, oltre che etici, sociali e psicologici. L’avvocato Nicotera, comunque, promette battaglia: “Andrò fino in fondo e chiederò che ha coppia che sto tutelando venga sottoposta al test del Dna per fugare ogni dubbio. Nessuno ci ha mai chiamato”.