Il ddl contro il voto di scambio politico mafioso è diventato legge. L’approvazione arriva dall’Aula del Senato che ha approvato in quarta lettura il disegno di legge che è passato con 191 si, 32 no e 18 astenuti. Ma il clima che ha portato all’approvazione è stato di tensione tra gli schieramenti durante le dichiarazioni di voto. Protagonisti della bagarre in Aula i senatori del Movimento 5 stelle e il presidente Grasso.
Molte le discussioni in Senato sulle dichiarazioni di voto sul ddl contro il voto di scambio politico mafioso. Protagonisti dell’accesissimo scontro, da un lato i parlamentari del Movimento 5 Stelle e dall’altro il resto dell’emiciclo. Diverse volte è stato necessario l’intervento del presidente Piero Grasso che ha richiamato all’ordine i senatori e in particolar modo ai senatori del 5 Stelle, invitandoli a “permettere ai colleghi di parlare liberamente”, ma si è trovato costretto poi a sospendere la seduta.
Uno scambio continuo di provocazioni tra i senatori che si sono scambiati insulti e accuse gli uni contro gli altri. I rappresentanti del Movimento 5 stelle hanno seguito i lavori in piedi, intonando cori da stadio, nonostante gli inviti a tacere e i continui richiami del presidente Piero Grasso, che ha poi espulso due senatori pentastellati.
Il primo ad essere cacciato dall’Aula è stato Vincenzo Santangelo e subito dopo Alberto Airola, per avere disturbato in modo continuo gli altri senatori impegnati nelle dichiarazioni di voto sul disegno di legge relativo al voto di scambio politico mafioso. “Non accetto cori né gazzarre – ha spiegato Grasso – Avete la possibilità di rientrare solo se vi scusate, l’ordine lo stabilisco io”. In modo particolare Grasso si rivolge a Santangelo ammonendolo: “Senatore, se io le dico di tacere lei deve tacere”.