Sgominata a Palermo una banda dedita allo spacco di stupefacenti, in particolar modo eroina e hashish. Il gip su richiesta della DDA di Palermo ha emesso dieci misure cautelari nei confronti di altrettanto soggetti, due dei quali risultano ricercati.
La vasta operazione degli agenti, denominata “Letium 3”, ha avuto una durata di circa 1 anno, ed ha avuto origine dall’aver portato avanti gli spunti investigativi nati da un’importante indagine conclusa nel dicembre 2009 dagli uomini della Narcotici.
L’attività ha consentito di disarticolare l’intero organigramma criminale individuato, nonché il sequestro di centinaia di chilogrammi di droga (distribuite tra panetti di eroina ed hashish).
La droga viaggiava dalla Campania alla Sicilia a bordo di auto. Una volta, dopo due sequestri consentivi a distanza di dieci giorni, l’organizzazione ha pensato di usare un camper e due corrieri che avevano l’aria di turisti. Ma da mesi gli spostamenti venivano seguiti dagli uomini della squadra narcotici della mobile, diretta da Stefano Sorrentino, che oggi ha arrestato a Palermo dieci persone dopo aver sequestrato nel tempo due quintali tra hashish ed eroina.
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“Un’organizzazione che poteva contare su grosse somme di denaro e di mezzi che poteva cambiare in continuazione – dice Sorrentino – Il canale con la Campania è sempre costante e Cosa nostra può contare su agganci molto solidi”.
A capo del clan c’era Francesco Scimone, 44 anni, che sarebbe affiliato al clan mafioso del quartiere palermitano di Brancaccio, finito in carcere nell’operazione “Alexander” che portò agli arresti Alessandro D’Ambrogio. I corrieri che arrivavano a Palermo con i carichi di droga, provenienti da Napoli, erano soggetti insospettabili. Le indagini hanno anche messo in rilievo come la banda di trafficanti aveva la disponibilità di diverse auto.
“Il traffico di droga resta una delle principali attività di Cosa nostra – dice il procuratore aggiunto Teresa Principato – La mafia rischia in prima persona, ben consapevole che le pene sono molto pesanti. Ma è l’effetto della crisi economica che ha portato a una riduzione degli introiti nelle richieste estorsive”.
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